L'FBI ha deciso di non monitorare la ricerca di ulteriori documenti classificati di Biden

L'FBI ha deciso di non monitorare la ricerca di ulteriori documenti classificati di Biden

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In seguito al ritrovamento di documenti classificati in un ufficio utilizzato dal presidente Biden presso un think tank di Washington e la sua residenza in Delaware abitata dal figlio Hunter, il Dipartimento di Giustizia ha dapprima preso in considerazione, e poi declinato, un piano per far sì che gli agenti dell'FBI monitorassero la ricerca di documenti riservati nelle residenze del presidente Joe Biden, al fine di "evitare di complicare le fasi successive dell'indagine" e perché gli avvocati di Biden "avevano rapidamente consegnato un primo lotto e stavano collaborando", riporta il Wall Street Journal, citando persone a conoscenza dei fatti. 

Il Dipartimento di Giustizia ha invece deciso che gli avvocati di Biden non avrebbero avuto problemi a condurre da soli le ricerche supplementari, accettando di notificare immediatamente al Dipartimento di Giustizia l'eventuale ritrovamento di altri documenti potenzialmente classificati, dopo di che le autorità di polizia li avrebbero presi in carico. 

L'accordo prevedeva che gli agenti dell'FBI non sarebbero stati testimoni di cose come il volume o il contenuto di ciò che sarebbe emerso. Si tratta, ovviamente, della stessa FBI che ha partecipato a un piano (e fabbricato prove) per incastrare l'ex presidente Trump come uomo vicino alla Russia, e poi ha coperto i Biden durante le elezioni statunitensi del 2020, facendo affermare a media e social network che la vicenda del portatile era materiale complottista o disinformazione russa. 

Differente il comportamento con il ritrovamento di documenti scoperti nella casa di Mar-a-Lago dell'ex presidente Donald Trump in Florida, dove gli agenti hanno un mandato di perquisizione ad agosto dopo più di un anno di trattative tra gli avvocati di Trump, l'Archivio Nazionale e il Dipartimento di Giustizia e dopo che gli avvocati di Trump avevano dichiarato che tutti i documenti erano stati restituiti, secondo quanto evidenziato ancora dal Wall Street Journal. 

Dopo il ritrovamento iniziale al Penn-Biden Center all'inizio di novembre (e non divulgato fino alla scorsa settimana), materiali classificati sono stati scoperti in tre diverse occasioni nella casa di Biden a Wilmington, nel Delaware, a dicembre e gennaio, nel garage e in una stanza adiacente, ha detto la scorsa settimana l'avvocato della Casa Bianca Richard Sauber.

Secondo Sauber, i documenti sono stati "collocati inavvertitamente" in quei luoghi.

I sostenitori di Trump hanno accusato il Dipartimento di Giustizia di aver usato due pesi e due misure nella gestione della situazione di Biden rispetto a quella di Trump. E naturalmente, in quanto Presidente, la capacità di Trump di declassificare i documenti ottenuti nel raid rimane una zona d'ombra costituzionale. 

I sostenitori di Biden hanno sottolineato la cooperazione del Presidente, ma la volontà del Dipartimento di Giustizia di lasciare che gli avvocati di Biden conducano perquisizioni senza supervisione è ovviamente fonte di preoccupazione.

Secondo la Casa Bianca, non è un problema. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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