L’OPCW accusa L’ISIS per l’attacco chimico in Siria nel 2015

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L’OPCW accusa L’ISIS per l’attacco chimico in Siria nel 2015

 

L'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) ha dichiarato  che esistono "fondati motivi" per ritenere che l'Isis abbia perpetrato attacchi con armi chimiche sulla città di Marea, vicino ad Aleppo, nel 2015.

La squadra di investigazione e identificazione (IIT) dell'autorità di vigilanza ha stabilito che i miliziani dell'Isis hanno utilizzato gas mostarda negli attacchi in varie parti della città il 1° settembre 2015.

Secondo quanto di legge nel report dell'OPCW, le unità dell'ISIS hanno utilizzato iprite allo zolfo attraverso le loro munizioni di artiglieria sulla città di Marea tra le 21:00 e le 24:00. Nel documento dell'OPCW si precisa: "L'agente chimico è stato effettuato utilizzando uno o più cannoni di artiglieria".

L'IIT ha scoperto che 11 persone esposte a una "sostanza nera e nociva" presente nei proiettili sul luogo dell'attacco hanno mostrato sintomi corrispondenti all'esposizione all'iprite solforosa.

Il recente resoconto è emerso dopo che per anni l’occidente ha sempre accusato il governo siriano di aver condotto attacchi chimici all'interno dei propri confini, circostanza negata da Damasco con veemenza.

Nel 2014, la Siria ha ceduto il proprio arsenale di armi chimiche nell’ambito di uno sforzo di collaborazione tra gli Stati Uniti e l’OPCW, che ha poi supervisionato lo smantellamento di queste armi.

Damasco sostiene che l'attacco chimico è stato “organizzato” per esercitare pressione e screditare il governo del presidente Bashar al-Assad.

Lo scorso agosto, il rappresentante siriano delle Nazioni Unite ha affermato che Washington ha fornito armi chimiche a gruppi estremisti nelle province occidentali dello stato arabo, oltre ad addestrarli per operazioni sotto false flag. 

David Schenker del Washington Institute for Near East Policy (WINEP) aveva già osservato in precedenza che Washington ha utilizzato Al Tanf come campo di addestramento per i gruppi armati di opposizione in Siria, agendo come risorsa strategica nelle ampie discussioni sul futuro della nazione.

In un articolo  dell'agenzia Reuters, nel 2018, l'ex ministro degli Esteri siriano, Walid Muallem, ribadì che le accuse precedentemente divulgate dall'OPCW secondo cui il governo siriano avrebbe utilizzato armi chimiche contro i suoi civili erano prive di qualsiasi prova.  

Tuttavia, l’OPCW ha ritrattato la sua dichiarazione a seguito delle pressioni degli Stati Uniti. Diversi commentatori politici, tra i quali Noam Chomsky, hanno ribadito che l’organizzazione aveva “soppresso” le informazioni secondo cui l’attacco chimico del governo siriano a Douma nel 2018 non era avvenuto.

Più recentemente, il giornalista statunitense Seymour Hersh ha riferito nel 2021 che un briefing riservato della Defense Intelligence Agency (DIA) degli Stati Uniti nel giugno 2013 indicava che il Fronte Al-Nusra manteneva una cellula di produzione di sarin e stava tentando uno sforzo di produzione su larga scala in Siria.

 

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