MED, Lavrov a Roma: "Gli europei sono inaffidabili. I rapporti con la Nato si sono rovinati non per colpa nostra"

MED, Lavrov a Roma: "Gli europei sono inaffidabili. I rapporti con la Nato si sono rovinati non per colpa nostra"

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In un MED – annuale evento organizzato da Ispi e Farnesina a Roma con focus Mediterraneo - che parla solo inglese e che lascia poco spazio ai soliti diktat Nato, Usa e Ue, a rompere gli schemi – e non solo perché sceglie di parlare in russo nonostante il suo inglese perfetto – è solo il ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov.

 
Tanti i temi affrontati da Lavrov nei suoi 45 minuti all’Hotel Parco dei Principi. A domanda dei due giornalisti (Corriere della Sera e Rai 3), rigorosamente in inglese, Lavrov risponde, rigorosamente, in russo. Una lezione per gli organizzatori.

 
Tanti i temi toccati da Lavrov dicevamo. A partire dalle relazioni con la NATO. "Abbiamo avuto relazioni lavorative normali con la Nato e non siamo stato noi a deteriorarle, ci sono stati incontri regolari per decenni e abbiamo anche raggiunto risultati nella lotta al terrorismo. Gli europei come partner non sono molto affidabili; le decisioni prese dagli Usa non voglio commentarle, seguono logiche interne del Paese".

 
Lunghi poi i passaggi di Lavrov sulle manifestazioni in corso in diversi paesi. “Strumentalizzare le proteste popolari in paesi come Iran, Iraq, Libano o Venezuela per influenzare la situazione geopolitica e' "irresponsabile e controproducente. "Invece della stabilita', otteniamo sotto il nome della democrazia il caos e il crollo degli Stati, profughi e terrorismo”. Particolare attenzione sull’area del Mediterraneo: "Ritengo sia molto importante difendere la costruzione dello Stato in Libano, che non dovrebbe essere cambiata. La stessa cosa vale per l'Iran: ci sono problemi molto seri perche' gli americani, andando contro il diritto, hanno imposto delle sanzioni uscendo dall'accordo sul programma nucleare", ha aggiunto Lavrov, definendo "surreale" il fatto che Washington abbia "costretto" alcuni firmati dell'accordo a seguire il regime sanzionatorio contro Teheran. "La situazione e' abbastanza simile anche in Venezuela: Caracas viene accusato di tutti i mali del mondo, ma nello stesso tempo viene imposto un embargo economico. Noi sosteniamo che la soluzione di tutti i problemi debba passare attraverso un dialogo inclusivo. Per quanto riguarda il caso del Libano, credo che alla fine preverra' la ragionevolezza libanese”.
 

Al giornalista del Corriere della Sera Franco Venturini che gli chiedeva dei presunti mercenari russi in Libia, Lavrov risponde in modo sarcastico: "Quando accade qualcosa viene subito accusata la Russia. Ora dicono che in Francia e' stata trovata una cellula di spie russe, ma in realta' non sono affatto spie. Sembra che ormai la Russia sia coinvolta in qualsiasi cosa, ma tutti quelli che sanno leggere e scrivere sanno che non e' cosi'".
 

Non si è certo tirato indietro sulla Libia, il ministro russo. "la Nato ha svolto una avventura pericolosa che ha portato risultati negativi sull'economia e sulla sicurezza del Paese. Solo con il dialogo inclusivo e a livello internazionale si può risolvere la crisi libica", ha aggiunto, dicendosi convinto che sia necessario "coinvolgere tutti gli attori in Libia, da (il premier Fayez, ndr) al-Serraj a (il generale Khalifa, ndr) Haftar". La mancanza di dialogo "e la decisone di spodestare Gheddafi" ha portato a conseguenze che la Libia "sta pagando ancora adesso".
 

Infine, ampio spazio alla Siria dopo un colloquio avuto a margine del Med con l’inviato speciale delle Nazioni Unite Pedersen. Il "sostegno della Russia al comitato costituzionale siriano è totale. Il processo del comitato costituzionale è un processo lento che è appena iniziato. Ma la Russia non li lascerà da soli. Pedersen mi ha spiegato che le parti si stanno abituando le une alle altre. Parallelamente va avanti il "processo di Astana, iniziato quando nessun altro processo funzionava", ha proseguito LAVROV ricordando la riunione che si terrà i prossimi 10 e 11 dicembre nella capitale del Kazakistan. "Ci auguriamo che il Consiglio costituzionale in Siria promosso dalle Nazioni Unite abbia successo. Per noi e' molto importante che si creino le condizioni per favorire il ritorno dei profughi nelle loro case".
Infine un messaggio ai curdi: "La Russia spera che le ultime azioni degli Stati Uniti convinceranno i curdi del Nord della Siria che non ci è altra via se non trovare un accordo con Damasco”.
 

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