Memoria, come tutto ebbe inizio: il discorso di Hitler agli industriali tedeschi

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Memoria, come tutto ebbe inizio: il discorso di Hitler agli industriali tedeschi


Su segnalazione di Alessandro Pascale e da un post Facebook de i "Maestri del Socialismo"


Nella settimana della Giornata della Memoria, ricordiamo come tutto ebbe inizio, con un brano estratto dall'opera di Kurt Gossweiler, “La (ir)resistile ascesa al potere di Hitler”.


Il 28 febbraio 1926, Hitler ebbe occasione di parlare davanti al Hamburger Nationalklub e, tra il giugno del 1926 e il dicembre del 1927, non meno di cinque volte fu l'invitato degli industriali della Ruhr. Cosa disse Hitler in questi incontri fatti davanti ai padroni capitalisti e imperialisti? Ecco:

“Dobbiamo porci politicamente una domanda fondamentale: chi ha causato il declino della Germania? L'incomprensione del pericolo marxista.” “La questione della ripresa della Germania passa dallo sterminio dell'ideologia marxista in Germania. Se questa ideologia non viene sradicata, la Germania non ritroverà mai il suo splendore”. “Uno di noi resterà a terra: o il marxismo ci stermina, o noi lo sterminiamo fino alla radice. Una tale formula condurrebbe naturalmente al fatto che un giorno una forza diriga da sola, come accade oggi in Italia. In Italia, un'ideologia, una forza dirige e annienta e distrugge l'altra senza riguardi e non nasconde che la battaglia sarà finita solo quando l'altra sarà definitivamente vinta, senza lasciare di sé alcuna traccia.” “Quando si capirà che è vitale stroncare il marxismo, tutti i mezzi saranno buoni per giungere al nostro fine. In primo luogo, un movimento che si è prefisso questo scopo deve rivolgersi agli strati più ampi delle masse, alle masse con cui anche lo stesso marxismo lotta. La massa è la sorgente di ogni forza.” “Questa larga massa, questa massa infatuata del marxismo che si batte ostinatamente per esso, è la sola arma per il movimento che vuole stroncare il marxismo. […] Ma se un movimento vuole incitare le larghe masse sapendo che non può riuscire [nel suo intento] che con il loro aiuto, e se la missione che noi ci prefiggiamo ha come posta la sopravvivenza della Nazione, noi abbiamo il diritto a ogni mezzo possibile per raggiungere lo scopo desiderato.” “Se riesco a riportare la larga massa in seno alla Nazione, chi mi rimprevererà per i mezzi utilizzati?” “Se noi vinciamo, il marxismo sarà sterminato fino alla radice. […] Non avremo requie fino a quando resterà un giornale, un'organizzazione, un istituto scolastico o culturale che non avremo sradicato, fino a quando non avremo riportato sulla retta via l'ultimo marxista o non l'avremo sterminato. Non ci sono mezze misure”.

Gossweiler: “Alla fine del suo discorso, i patrizi amburghesi, inflessibili e solenni, tributarono a Hitler una grande ovazione, radurarono intorno a lui gridando “Heil” con giubilo. Ciò che distingueva Hitler dagli altri leader della destra nazionalista era la promessa di portare a buon fine due missioni a cui tenevano molto i circoli reazionari della classe dirigente da molto tempo, e più precisamente da dopo la Rivoluzione d'ottobre in Russia e la Rivoluzione di novembre 1918 in Germania: sterminare il movimento operaio e “riportare in seno alla Nazione” i lavoratori fino a quel momento socialisti. È precisamente l'accanimento ad assolvere queste due missioni che ha dato al nazismo tedesco – come già era avvenuto prima in Italia – il suo autentico carattere fascista.”
 

[Fonte: K. Gossweiler, “La (ir)resistile ascesa al potere di Hitler”, pp. 161-166]

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