Padre Elias Zalawi: Il mondo sull’orlo del precipizio non sorprende più nessuno

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Padre Elias Zalawi: Il mondo sull’orlo del precipizio non sorprende più nessuno

 

 

[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]

Il sacerdote siriano cattolico della Chiesa di Nostra Signora di Damasco, Padre Elias Zalawi testimone della guerra di aggressione fomentata dall’occidente contro la Siria dal 2011, offre uno spunto di riflessione sugli scenari mondiali.

Padre Elias parte da un presupposto:

Il grande romanziere russo Dostoevskij scrisse una volta: "Se Dio muore, tutto è permesso."

Poco dopo, il filosofo tedesco Nietzsche dichiarò: "Dio è decisamente morto!” Possiamo negare che entrambi fossero lungimiranti?  Bisogna essere ignoranti, o addirittura ciechi, per non riconoscere, con assoluta obiettività, che le dinamiche e le conquiste determinanti del mondo contemporaneo, per terra, per mare e per aria, hanno magistralmente fatto a meno non solo di Dio, ma anche di qualsiasi riferimento religioso, etico e, in definitiva, umano! Il fatto che il mondo contemporaneo nel suo complesso sia sull'orlo del precipizio, al punto da minacciare la sopravvivenza stessa del nostro splendido pianeta, non sorprende più nessuno.

Lascio a tutti i tipi di specialisti della storia, del pensiero, della religione, della scienza, dell'economia, della politica, dell'informatica e della strategia di terra, di mare e di aria il compito di spiegare e giustificare un mondo così ricco, ma oggi più che fragile...

Inoltre, con una domanda rimanda ad una precisazione: “questo significa che dobbiamo semplicemente tornare a Dio per salvare la razza umana e il nostro pianeta?

Sarebbe ingenuo pensarlo.  Ma non credo sia affatto ingenuo ricordare che la voce di Dio si è fatta sentire, in un modo o nell'altro, sotto ogni cielo, ma più in particolare per i cristiani, così come per i nostri fratelli ebrei prima di loro e per i nostri fratelli musulmani dopo.  In questi tempi tragici, vale quindi la pena di ricordare l'una o l'altra di queste manifestazioni, basate su queste tre grandi religioni.

Il sacerdote siriano parte dalla situazione attuale del mondo e riflette sulla presenza e il ruolo delle religioni, in particolare del cristianesimo e dell'islam, esplora il tema della crisi contemporanea, sottolineando la mancanza di risposte da parte delle istituzioni religiose occidentali, in particolare della Chiesa cattolica:

Nemmeno la recente guerra scatenata a Gaza il 7/10/2023 dalla Resistenza palestinese, alla quale Israele ha risposto con un genocidio ben pianificato e che continuerà fino ad oggi, 26/2/2024, è riuscita a rompere il silenzio tombale di tutta la Chiesa occidentale, guidata dal Vaticano.  Tuttavia, l'opinione pubblica occidentale, finora più che anestetizzata da una propaganda magistrale, ha reagito rapidamente.  Per mesi la gente si è riversata nelle principali città del mondo, proclamando la propria solidarietà con i palestinesi... Persino la Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha finalmente condannato Israele!  Ma continua lo stupefacente silenzio di tutta la Chiesa occidentale, in barba alle più ovvie esigenze del Vangelo... e della semplice moralità umana!

Non manca una critica, quindi, al silenzio della Chiesa occidentale nei confronti degli eventi tragici, come il genocidio a Gaza, perpetrato da Israele, e sottolinea il ruolo ambiguo della Chiesa cattolica nel corso della storia.

Ricordando anche il contributo storico dell'Islam, ricorda la tolleranza e la convivialità tra musulmani, cristiani ed ebrei nei primi tempi dell'Islam. Tuttavia, esprime preoccupazione per la crescente islamofobia e per l'uso strumentale dell'Islam jihadista nell'odierna geopolitica globale:

Di fronte alla crescente islamofobia nel mondo, soprattutto in Occidente, sento il dovere, come sacerdote cattolico e arabo di Siria, di ricordare due verità storiche senza le quali ogni approccio rischia di essere distorto.  La prima è recente e si compone di due parti: la seconda risale alle origini dell'Islam e lo ha accompagnato in modo eccezionale nel corso della storia fino ai giorni nostri.

Il primo di questi due filoni risale al periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, durante il quale decine di migliaia di arabi nordafricani emigrarono in Europa, soprattutto in Francia, molti dei quali avevano servito nell'esercito francese durante la guerra.  Attirati da ogni sorta di promesse e speranze, finirono per ottenere lavori stradali e di costruzione, che gli europei erano restii a fare... Insediatisi nelle periferie delle grandi città francesi ed europee, a causa delle misure discriminatorie adottate dai vari governi, la maggior parte di loro e i loro numerosi discendenti non ebbero la possibilità di integrarsi definitivamente nelle varie società europee.  Hanno finito per formare agglomerati separati, praticamente separati dal resto della popolazione.  Insomma, le loro reazioni periodiche, massicce e violente fanno sempre presagire giorni bui per chiunque cerchi di "usarli" o addirittura di esasperarli!

La seconda parte è semplicemente "l'Islam jihadista", creato dal nulla, sotto gli occhi di tutti, dagli Stati Uniti e dai loro innumerevoli scagnozzi in tutto il mondo, con l'obiettivo di "instaurare" "democrazia, libertà e diritti umani" nei Paesi recalcitranti che si oppongono al loro feroce globalismo!

Infine, Padre Elias invita a una riflessione critica sulla direzione presa dalla Chiesa e sulla necessità di tornare ai principi di tolleranza e giustizia, citando le parole di Gesù e suggerendo che un cammino di perdono e comprensione potrebbe contribuire a superare le divisioni e le ingiustizie nel mondo.

 

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