Più armi al regime di Kiev porta a più guerra e distruzione in Ucraina. Il re è nudo!

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In meno di 24 ore sono passati dall’esaltazione di un attentato terroristico compiuto dal regime di Kiev contro il ponte di Kerch in Crimea, arrivando a dire che questo attacco avrebbe scalfito l’invincibilità di Putin o che l’attentato rappresenta un regalo ucraino per i 70 anni del leader russo, a denunciare le atrocità della Russia perché il giorno successivo ha deciso di alzare il livello dello scontro con attacchi missilistici contro infrastrutture militari ed energetiche in praticamente tutto il paese.

Questo è il modus operandi del becerume liberale. Di quelli che accusano chi la pensa diversamente da loro e dagli ambienti ultra-atlantisti di fare propaganda russa, mentre rilanciano indisturbati e in maniera martellante, grazie alla potenza di fuoco mediatica del circuito mainstream, ogni sorta di propaganda bellica e mistificazione del regime di Kiev. Quegli stessi che ogni qualvolta il regime di Kiev compie una strage con le armi fornite dalla NATO girano la testa dall’altra parte o cercano di addossare la responsabilità ai russi “sporchi e cattivi”.

"Era semplicemente impossibile lasciare senza risposta i crimini del regime di Kiev”, ha affermato il presidente Putin al Consiglio di Sicurezza russo. 

Il Governatore della Crimea Sergey Aksyonov ha spiegato che "gli approcci alla conduzione dell'operazione militare speciale sono stati modificati”. 

Queste dichiarazioni odierne sono la prova che i moniti lanciati da chi affermava che l’invio di sempre più armi al regime di Kiev non avrebbe fermato la guerra non erano elucubrazioni di propagandisti filorussi. Ma che al contrario avrebbe reso questo conflitto più distruttivo con la Russia che avrebbe smesso di giocare di fioretto. Che la Russia avrebbe potuto facilmente sventrare il paese. La situazione attuale era facilmente prevedibile analizzando il conflitto senza le lenti deformanti della propaganda atlantista. 

Invece il becerume liberale invoca ancora più armi e sostegno militare al regime di Kiev. Ossia un’ulteriore escalation del conflitto e la possibilità sempre più concreta che si giunga a uno scontro diretto tra NATO e Russia. Un conflitto potenzialmente capace di devastare il pianeta intero. 

E’ finito il momento del tifo da stadio più becero. Questa escalation va fermata con buona pace degli alfieri del bellicismo NATO. Una nuova architettura di sicurezza europea va costruita coinvolgendo la Russia. Senza Mosca e senza tener conto delle sue esigenze di sicurezza nazionale non si va da nessuna parte. 

Sono ormai diversi gli osservatori e i leader, come Angela Merkel, che invocano il ritorno alla diplomazia. 

L’unica cosa da fare in questo momento, mentre gli invasati liberali ultra-atlantisti chiedono ancora armi, nuovi attacchi alla Russia e alimentano la russofobia, è invocare una seria conferenza di pace che possa provare con la diplomazia a dirimere le principali controversie internazionali e fermare l’espansione della NATO. Altrimenti il mondo rischia di precipitare in un nuovo conflitto mondiale.  

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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