Premier palestinese sul governo Bennett: "Si chiude una pagina nera. Se ne apre una non meno pericolosa"

Premier palestinese sul governo Bennett: "Si chiude una pagina nera. Se ne apre una non meno pericolosa"

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

In un clima molto teso, come testimoniato dal pericolo di attentati politici segnalato dal capo del servizio segreto militare, il leader del partito ultrazionalista Yamina, Naftali Bennett, ha prestato giuramento come tredicesimo primo ministro israeliano, insieme al presidente del partito Yesh Atid, Yair Lapid, che lo sostituirà nell'agosto 2023 se tutto andrà come previsto.

La Knesset, il parlamento monocamerale israeliano, ha approvato il nuovo governo e ha eletto Mickey Levy del partito Yesh Atid come nuovo speaker. Il giuramento di un nuovo capo del governo ha posto fine al mandato record di Benjamin Netanyahu come primo ministro di ben 4.456 giorni dal 2009 che adesso diventa leader dell'opposizione parlamentare. 

Netanyahu è a capo del partito Likud ed è il parlamentare con il maggior numero di mandati alla Knesset. Domenica, Netanyahu ha promesso che l'opposizione israeliana avrà una voce forte e chiara e tornerà presto al potere.

Endorsement preventivo

Come segnala Piccole Note il nuovo premier è riuscito anche a incassare un endorsement preventivo. “L’American Israel Public Affairs Committee, infatti, si è affrettato a congratularsi col nuovo governo israeliano prima ancora che riceva la fiducia alla Knesset.

Come annota Pfeffer (su Haaretz ndr), nessun Capo di Stato straniero lo ha fatto, dal momento che giustamente tutti aspettano, come si suol dire, che il nuovo primo ministro abbia messo saldamente “i piedi sotto la scrivania”.

Così quello dell’Aipac, più che il riconoscimento di un dato di fatto appare un vero e proprio endorsement verso il governo di unità nazionale. Va ricordato che l’Aipac non è una delle tante associazioni ebraiche americane, alcune delle quali, quelle progressiste in particolare, sono apertamente avverse a Netanyahu, ma è l’Associazione per eccellenza, quella che da anni funge da trait d’union tra Washington e Tel Aviv e che rappresenta Israele negli Stati Uniti, rapportandosi sia con i democratici che con i repubblicani.

Pfeiffer scrive che il comunicato evidenzia l’insofferenza dell’Aipac verso l’attuale premier, pure sempre presente e applaudito alle loro conferenze. In realtà, dietro le quinte, nei colloqui privati, i membri dell’Aipac non sarebbero molto contenti di tali performances, e “sarebbero molto felici se Netanyahu non partecipasse più a una loro conferenza”.

La conclusione è che “non solo l’attuale amministrazione Usa, ma anche gli ebrei americani, a parte alcuni ambiti di destra, sembrano ansiosi di voltar pagina”. 

Chi è Naftali Bennet?

Il nuovo premier israeliano è un ex alleato di Netanyahu diventato un acerrimo rivale. 

È un ebreo religioso che ha guadagnato milioni nel settore hi-tech. Bennett, a lungo posizionato a destra di Netanyahu, si oppone all'indipendenza palestinese e sostiene fermamente gli insediamenti ebraici nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est, che i palestinesi e gran parte della comunità internazionale vedono come un grave ostacolo alla pace. Bennett ha criticato ferocemente Netanyahu dopo che il primo ministro ha acconsentito a rallentare la costruzione degli insediamenti sotto la pressione dell’ex presidente statunitense Barack Obama. Per un breve periodo è stato capo del consiglio dei coloni della Cisgiordania, Yesha, prima di entrare alla Knesset nel 2013. In seguito Bennett è stato ministro degli affari della diaspora, dell'istruzione e della difesa in vari governi guidati da Netanyahu.

"È un leader di destra, fautore della linea dura in ambito della sicurezza ma allo stesso tempo molto pragmatico", ha detto Yohanan Plesner, capo dell'Israel Democracy Institute, che conosce Bennett da decenni e ha prestato servizio con lui nell'esercito.

Cosa cambia nella politica di Tel Aviv?  

Con Bennett nel ruolo di primo ministro al posto di Benjamin Netanyahu cosa cambia nelle politiche israeliane? 

Secondo il premier palestinese Mohammad Shtayyeh con Netanyahu mandato all’opposizione si chiude "una pagina nera nella storia del conflitto" israelo-palestinese, ma i dirigenti palestinesi non ritengono “il nuovo governo (Bennett-Lapid ndr) meno pericoloso di quelli che lo hanno preceduto”. 

Anche per Hamas non cambia nulla con il nuovo governo a Tel Aviv. “Indipendentemente dalla forma del governo in Israele, non cambierà il modo in cui guardiamo all'entità sionista. È un'occupazione e un'entità coloniale, a cui dovremmo resistere con la forza per riavere i nostri diritti”, ha affermato il portavoce di Hamas Fawzi Barhoum. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

Potrebbe anche interessarti

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica di Paolo Desogus I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

Voto russo e ipocrisia occidentale di Fabrizio Verde Voto russo e ipocrisia occidentale

Voto russo e ipocrisia occidentale

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba di Geraldina Colotti Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese di Leonardo Sinigaglia Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Il ruolo dei media in Occidente di Giuseppe Giannini Il ruolo dei media in Occidente

Il ruolo dei media in Occidente

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia? di Paolo Arigotti Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

La colpa della sinistra liberista di Michele Blanco La colpa della sinistra liberista

La colpa della sinistra liberista

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti