Prof. Simon Sven su FAZ: La Corte di Giustizia europea si deve comportare come la BCE

Prof. Simon Sven su FAZ:  La Corte di Giustizia europea si deve comportare come la BCE

Risoluzione efficace dei conflitti nel sistema multilivello europeo

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di Simon Sven*, 9 luglio 2020

titolo originale: “Erfolgreiche Konfliktlösung im europäischen Mehrebenensystem”, FAZ 

 

La risoluzione del conflitto nella disputa sul programma di acquisto di obbligazioni di Bce "PSPP" dopo la decisione della Corte costituzionale federale del 5 maggio, ha richiesto una certa fatica. Essa, senza l'applicazione coraggiosa del "principio di leale cooperazione" da parte di Bce, non sarebbe stato possibile. La via ibrida alla soluzione nel sistema multilivello europeo può essere esemplare.


Nella sua risposta al Parlamento europeo su richiesta dell'autore del presente contributo [intende la lettera https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/ecb.mepletter200629_Simon~ece6ead766.en.pdf], la Bce ha presentato la sua valutazione tridimensionale, che esegue prima dell'introduzione di misure monetarie, in modo molto preciso. Oltre a valutare se le misure di politica monetaria siano efficaci per raggiungere l'obiettivo di stabilità dei prezzi, analizza pure se l'obiettivo perseguito dallo strumento di politica monetaria non può essere raggiunto "con altri mezzi che potrebbero avere effetti meno indesiderati sull'insieme della economia ".


La Bce fornisce pure una risposta alla domanda su come ciò sia possibile all'inizio di uno strumento di politica monetaria. Si basa su "analisi di scenari" ed esamina "come l'economia si sarebbe sviluppata in una serie di configurazioni alternative della politica monetaria". Infine, misura "se i benefici della ricalibrazione di un determinato strumento in determinate condizioni possono essere compensati da potenziali effetti collaterali negativi". "Se questa analisi indica che la ricalibrazione di un determinato strumento può portare a effetti collaterali eccessivi", così Bce, "la decisione si appoggerà maggiormente su altri strumenti".
 

Queste dichiarazioni forniscono la prova che il test di proporzionalità del quale la Corte costituzionale federale ha lamentato la mancanza nella sentenza della Corte di giustizia europea, da Bce è considerato possibile. In tal modo, sono stati confutati coloro che sostengono che non vi può essere distinzione tra politica monetaria ed economica.
 

Nella sua lettera di risposta Bce descrive, in forma sintetica, i fatti che essa stessa sta cercando di documentare con i documenti recentemente inviati alla Bundesbank, che di nuovo sono stati trasmessi al governo federale e al Bundestag, al fine di consentire loro di soddisfare la propria ‘responsabilità per l'integrazione [Integrationsverantwortung] risultante dalla sentenza di Karlsruhe, la quale [Integrationsverantwortung] ora all’occorrenza deve essere di nuovo esaminata.
 

Quanta ciò [al riesame] è importante specificare che Bce non effettua un controllo di proporzionalità circa effetti particolari su determinati settori economici in singoli Stati membri. Essa [Bce] non dovrebbe nemmeno farlo, perché è interessata alla stabilità dei prezzi nell'eurozona nel suo insieme. Gli effetti collaterali della politica economica sono quindi considerati solo a livello globale per l'eurozona, tanto più che gli effetti collaterali sono soggettivamente molto diversi. Ad esempio, la politica dei tassi di interesse bassi ha effetti negativi per le persone che vogliono acquistare proprietà nelle aree metropolitane, ma è estremamente redditizia per i proprietari.


Nella sua lettera, la presidente della BCE Christine Lagarde ha sottolineato il dialogo tra la banca centrale e il Parlamento europeo come "un elemento essenziale della responsabilità giuridica di Bce". Lo scambio avviene su base trimestrale ed è essenziale per la legittimazione democratica della banca centrale, che è indipendente a causa dei suoi compiti specifici nel settore della politica monetaria, ai sensi del diritto dell'Unione e costituzionale. La banca centrale deve spiegarsi e legittimare continuamente la propria agenda. Il dialogo potrebbe essere migliorato attraverso una migliore preparazione e un'assegnazione più sensata e più flessibile dei tempi di parola ai deputati, e pure il lavoro delle commissioni del Parlamento europeo nel suo insieme deve essere migliorato. La risoluzione annuale del Parlamento sulla relazione annuale della banca centrale è un'altra pietra miliare della responsabilità di Bce e dovrebbe ricevere maggiore attenzione da parte dei media.

 

Il conflitto alla base del conflitto tra la Corte costituzionale federale e la Corte di giustizia europea è molto più difficile da risolvere. Il nucleo della reciprocamente divergente giurisprudenza è la reciprocamente divergente fondazione della validità del diritto dell'Unione.

La CGUE sottolinea il carattere autonomo del diritto dell'Unione e rivendica la sua priorità rispetto a qualsiasi norma del diritto nazionale. In linea di principio, la Corte costituzionale federale e le altre corti costituzionali e supreme nazionali riconoscono questa priorità di applicazione, sviluppata nel diritto della Ue ma sinora non codificata nel diritto primario. Esso, tuttavia, non deriva da sé stesso, ma è il risultato del consenso degli Stati membri dei trattati fondativi dell'Ue. Per la legge tedesca ne segue che il principio è limitato costituzionalmente, poiché il Bundestag non può disporre di alcune parti della costituzione. La sorveglianza di quella cosiddetta garanzia di eternità [Ewigkeitsgarantie] della Legge fondamentale Art.79.3 rimane compito della Corte costituzionale federale, "fino al giorno in cui una costituzione entrerà in vigore che sia stata liberamente decisa dal popolo tedesco" (Art.146 Legge Fondamentale).


Se in futuro la Corte di giustizia europea vorrà dialogare sulle critiche dei tribunali degli stati membri in modo altrettanto costruttivo come ha fatto Bce, e stabilisce un livello di controllo pure sulle questioni relative alle competenze che renda giustizia alla struttura democratica e costituzionale della Ue, ciò può ridurre al minimo le riserve dei tribunali nazionali e contribuire a una cultura giuridica europea che rafforzerà la Ue nel lungo termine.

 

*Sven Simon insegna diritto internazionale e diritto europeo presso la Philipps University di Marburgo. È membro del Parlamento europeo e relatore della relazione annuale di Bce in seno alla commissione per i problemi economici e monetari

(Traduzione di Musso)

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