Rampini e l'assurdo presupposto storico e (geo) politico
Di Fabio Falchi
Secondo Federico Rampini: "Putin non sta scatenando per adesso il massimo della capacità offensiva che la Russia ha a disposizione. Non è un guerra così distruttiva come potrebbe proprio perché ha teorizzato questa fratellanza tra il popolo russo e quello ucraino, quindi deve evitare uno spargimento di sangue eccessivo [vero, anche se adesso Mosca sta aumentano la pressione militare facendo salire inevitabilmente il numero delle vittime civili]. Ma Zelensky non si illude: lo sa benissimo che senza la Nato l'Ucraina non può farcela, è questione di giorni o settimane ma alla fine vinceranno i russi. Zelensky ce l'ha chiarissimo questo".
E allora che ne deduce Rampini?
Per Rampini l'Ucraina non basta a Putin, dato che lo "zar" vuole cacciare la NATO dalla Polonia e dai Paesi Baltici. Lo "zar" ha detto che "chi fornisce le armi compie un atto di guerra come chi fa le sanzioni economiche", dunque, secondo Rampini, "sta già cercando la guerra diretta contro di noi".
Questo è proprio ciò che afferma il governo di Kiev, sempre più "manovrato" dai falchi americani ed euro-atlantisti, che appunto chiede di istituire una no-fly zone sull'Ucraina ovvero di scatenare una guerra "totale" contro la Russia per evitare una guerra "totale" contro la Russia.
Questa tesi, che si sta diffondendo in Occidente, è fondata sul presupposto, storicamente e (geo)politicamente assurdo, che la Russia sia come la Germania nazista del 1938-39.
Ma solo dei folli possono pensare che il "governo dello zar" sia così folle da ritenere che la NATO non reagirebbe se la Russia attaccasse un Paese della NATO - e che quindi lo "zar" sarebbe disposto a scatenare una guerra contro un Paese della NATO -, e al tempo stesso essere convinti che la Russia non reagirebbe contro la NATO se la NATO intervenisse per imporre una no-fly zone in Ucraina.