Slai Cobas: Il "No" operaio alla riforma Renzi-Marchionne per riportare la Costituzione nelle mani dei lavoratori

Lo Slai Cobas nella sua assemblea, oggi, a Pomigliano d'Arco (Na) avverte: "Senza il "NO" operaio, difendere l'attuale Costituzione,ormai spogliata dei suoi principi, significa difendere un sepolcro imbiancato".

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Slai Cobas: Il "No" operaio alla riforma Renzi-Marchionne per riportare la Costituzione nelle mani dei lavoratori

Questa mattina, nell'aula consiliare di Pomigliano d'Arco, operai e operaie del gruppo Fiat e di altre realtà lavorative della provincia di Napoli e di altre regioni e Paesi hanno partecipato all'assemblea organizzata dallo Slai Cobas per ribadire il "No" al prossimo referendum Costituzionale.
 
Lo Slai Cobas il suo "No" lo ha caratterizzato in maniera diversa. È un "No" operaio. Perché quando si perdono diritti in fabbrica automaticamente ci sono implicazioni negative anche nel resto della società. Perché il "modello Marchionne" inaugurato alla Fiat di Pomigliano nel 2008 è stato applicato a tutte le realtà lavorative ed ha portato al Jobs-Act di Renzi. "Ormai la Costituzione è stata svuotata, cancellata, anche dalla concertazione sindacale di Cgil-Cisl-Uil. Ci hanno rubato il conflitto sociale. Senza di questo rischiamo, anche se vincesse il "No", di difendere solo un sepolcro imbiancato e non la Costituzione", ha affermato Vittorio Granillo, coordinatore nazionale dello Slai Cobas  e animatore per decenni di una lotta di vera e propria Resistenza operaia alla Fiat, prima con la gestione Romiti e poi con quella Marchionne, con conseguente suo licenziamento e trasferimento della maggior parte degli iscritti del sindacato di base nel reparto confino di Nola.
 

 
Lo storico leader dello Slai Cobas ha denunciato le politiche concertative dei sindacati confederali che hanno portato negli anni alla progressiva perdita dei diritti dei lavoratori, non risparmiando critiche alla Fiom, complice di essere stata compiacente con la Fiat, ed ai vari partiti pseudo comunisti.
 
Mara Malavenda coordinatrice nazionale dello Slai Cobas, ex parlamentare del sindacato di base, durante il Governo Prodi fu l'unica ad opporsi al "Pacchetto Treu", una delle riforme capofila che hanno reso in Italia le condizioni di vita dei figli peggiori di quelle dei padri, nel suo intervento ha sottolineato: "La Costituzione potrà avere valore solo se torna nelle mani dei lavoratori. Senza la componente operaia, la vittoria del "No" non avrebbe valore."  
 

 
Malavenda ha anche parlato della dura condizione delle lavoratrici ormai "considerate ancora meno delle merci". "Abbiamo visto le proposte di legge sulla prostituzione. L'utero in affitto è Jobs-act. Ti affitto l'utero e per contratto ti do un bambino. Ecco come trasformano in merce il corpo delle donne" ha aggiunto l'ex deputata dello Slai Cobas, evidenziando le condizioni di lavoro ancor più difficili delle lavoratrici straniere, alcune delle quali presenti in assemblea.
 
Indira Pineda, Sociologa e rappresentate del Partito comunista di Cuba ha portato all'assemblea i saluti dei lavoratori cubani e venezuelani. In particolare, quello del Presidente operaio della Repubblica bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro. Nel suo contributo all'assemblea Indira Pineda ha evidenziato come la lotta degli operai a Pomigliano e in Italia "è un esempio per gli operai di tutto il mondo. In Venezuela nel 2002 è stata riscritta la Costituzione. Gli operai sono diventati protagonisti della Costituzione. In America Latina si è avviato un processo dove ci sono stati cambiamenti per migliorare le condizioni dei lavoratori. Il Capitalismo però non sta a guardare e attacca. I lavoratori dell'America Latina vivono con voi questo momento di lotta".

 
 
Ad animare la giornata di lotta anche "Il Comitato Mogli Operai Fiat" insieme alle lavoratrici immigrate che in un loro documento di adesione all'assemblea sostengono: "Come operaie e lavoratrici, italiane ed immigrate, e come mogli, madri e figlie di operai, oggi che i lavoratori sono soli più che mai, sentiamo il bisogno di prendere la parola e lanciare  un appello per “riportare la questione operaia e quella dei lavoratori dai bordi del nulla al centro del mondo”, perché bisogna rompere l’isolamento politico costruito ad arte, e da più parti, per  indebolirne il peso politico  ed affossarne i diritti, e questo perché, oggi sono in pericolo i diritti di tutti, da quelli del lavoro a quelli sociali, alla democrazia."
 
Nel corso dell'Assemblea è stato anche ricordato Elsalam Ahmed Eldanf , operaio egiziano della Gls di Piacenza di 53 anni, padre di 5 figli, travolto e ucciso dall’autista di un tir mentre partecipava ad una manifestazione sindacale dell’USB.
 
 
 

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