Taiwan, Biden e la "fedeltà" dell'Italia
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di Adriano Madaro
Lasciando il nostro Paese per far ritorno a Washington dopo la tappa di un giorno a Glasgow, il Presidente Joe Biden ha dichiarato che "l'Italia è il più fedele alleato degli Stati Uniti". Di solito si dice così di un subalterno, forse portaborse o maggiordomo, oppure - essendo la "fedeltà" di solito un sano sentimento dei cani, ma anche di altri animali- si attribuisce tutt'al più a loro.
Perchè non ha detto, seppure esagerando nel fairplay (che non è il suo forte) che gli Stati Uniti sono " i più fedeli alleati dell'Italia"? Se avesse detto così sarebbe stata una bugia, ma almeno non ci riservava il ruolo del cane da guardia.
A me piace essere "amico" degli Stati Uniti, senza l'aggiunta di "fedele": amico e basta, come mi sento amico dei Paesi del mondo intero, tranne alcuni loro "conducator" di innata cultura fascista. Il vecchio Sleepy Joe è un "democratico", sebbene abbia una sua personale idea della democrazia, come del resto ogni americano. Basta ricordare il 6 gennaio e il 15 agosto e lì casca l'asino. Ce n'è di strada ancora da fare per le cosiddette "democrazie" prima di arrivare a Pericle...Qualcuno si sente "fedele alleato" di quell'America là?
Poi c'è la questione arroventata di Taiwan, prossimo "casus belli" se l'Occidente continua ad entrare a gamba tesa su un argomento che non conosce e non gli compete. Pochi giorni fa una delegazione di sette europarlamentari è stata ricevuta a Taipei, capoluogo di Taiwan, dalla Presidente del governo separatista Tsai Ing-wen. E sapete cosa sono andati a fare questi sette mestatori, oltre che ignoranti della reale situazione geopolitica locale? Sono andati (anche a nome nostro...) a "portare la solidarietà dell'Europa a Taiwan", definita "un tesoro da proteggere e da difendere".
Ma hanno capito questi sette imbecilli dove si trovavano? E il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel ne è al corrente? e il Presidente del Parlamento europeo David Maria Sassoli si è bene informato, o continuerà a lanciare sanzioni contro la Cina? Se ne prendono la personale responsabilità di aver autorizzato la "missione" di questi sette improvvidi cavalieri dell'Apocalisse? Si rendono conto di aver compiuto un atto di guerra contro la Cina?
Taiwan è un'isola cinese sulla quale ricade legalmente la sovranità di Pechino. Così come sulle isole e isolette intorno a lei o in fondo al Mar Cinese Meridionale. Quando con la Risoluzione delle Nazioni Unite numero 2758 (XXVI) del 25.10.1971 la 26a sessione dell' assemblea dell'ONU riconobbe legittimo rappresentante della Cina e di tutte le regioni e i territori reclamati dalla Repubblica Popolare quel governo, il mondo intero prese solenne impegno di riconoscere "una sola Cina" compresi i territori "ribelli". E ciò vale, oltre che per Taiwan, anche per Hong Kong, Macao, Tibet, Xinjiang.
Nella Risoluzione ONU sopra citata, con la quale viene sancito il diritto di Pechino di essere l'unico governo legittimo della Cina, si legge tra l'altro che si procede alla "espulsione immediata dei rappresentanti del quartier generale di Chiang Kaishek che hanno illegalmente occupato le Nazioni Unite e tutte le organizzazioni allegate ad esse."
Quel "quartier generale" è l'isola di Taiwan. Basta così. Serve altro? Risoluzione ONU n.2758 (XXVI) del 25.10.1971. Ne tenga conto l'Europa e la smetta di sobillare, lavori per la pace invece che per la guerra. A lavorare intensamente per la guerra ci sono già gli Stati Uniti.