Tunisia : nuove rivelazioni sull’assassinio di Chokri Belaïd
Dalla Tunisia giungono nuove rivelazioni sull'assassinio politico di Chokri Belaïd, a opera di estremisti religiosi, a seguito dalla conferenza indetta mercoledì otto febbraio dall'Ordine degli Avvocati e dal Comitato per la difesa dei due martiri Chokri Belaïd e Mohamed Brahmi.
Facciamo però un passo indietro: chi era Belaïd?
Se in Italia il suo nome dice assai poco, in Tunisia di contro era un personaggio pubblico assai noto.
Avvocato e attivista politico, all'indomani della cosidetta “Rivoluzione dei gelsomini" divenne membro dell' "Ente Supremo per la realizzazione degli obiettivi della rivoluzione, della riforma politica e della transizione democratica". Fu anche membro del Consiglio dell'Ordine degli avvocati. Nel 2011 fu poi tra i fondatori del Movimento dei patrioti democratici (MPD), partito politico che si richiama al marxismo e al panarabismo. Nello stesso anno, Belaïd guidò l'unificazione del MPD con il Partito del lavoro patriottico e democratico (PLPD). Nel 2012 i due partiti entreranno a far parte del Fronte Popolare insieme ad altri partiti d'ispirazione marxista, panaraba ed ecologista.
Belaïd fu assassinato il 6 febbraio 2013 con tre colpi di pistola, mentre si trovava in auto presso casa sua, nel quartiere di El Menzah (al-Manza): aveva 48 anni.
Il suo omicidio scatenò numerose manifestazioni in tutto il Paese: in segno di protesta, in diverse città, le sedi del partito islamista al potere, Ennahda, furono assaltate.
Ai suoi funerali al cimitero di Jellaz, parteciparono circa un milione e mezzo di persone, numeri che danno l'idea di come fosse divenuta popolare la sua figura e che onda emotiva avesse scatenato tra i tunisini il suo assassinio.
Torniamo ora ai giorni nostri: l'avvocato e membro del comitato per la difesa dei martiri Chokri Belaïd e Mohamed Brahmi, Imen Gzara, in una dichiarazione ai media, trasmessa dalle radio locali, a margine della conferenza stampa tenutasi dal suddetto comitato ha indicato che "sono state rivolte accuse a funzionari della sicurezza e sono stati emessi tre mandati di arresto”. Ha aggiunto che è stata rivolta un'accusa all'ex ministro dell'Interno, Hichem Fourati, per aver fornito false dichiarazioni in merito. Gzara ha affermato poi che "sono state condotte indagini per crimini terroristici, sfociati nell’omicidio di Belaïd, sul presidente di Ennahdha, Rached Ghannouchi, sul figlio Moadh Ghannouchi, sul vicepresidente del movimento Ali Larayedh e su altre personalità". Altri dossier avrebbero poi rilevato una vasta rete criminale, legata all'apparato segreto di Ennahdha, presieduto proprio da Rached Ghannouchi.
“La vicenda del martire è una vicenda nazionale per eccellenza, perpetrata con complicità straniera”, ha affermato infine Gzara.