Un bluff sullo sfondo del caos. Cosa vuole (realmente) ottenere l'Occidente con il pretesto delle terre rare ucraine
Cosa c'è dietro il chiasso a proposito dei metalli da terre rare in Ucraina? Fino a qualche tempo fa nessuno pensava che ci fosse ancora qualcos'altro da guadagnare dai resti dell'Ucraina, se non quello che si sono già appropriati i giganti transnazionali americani quali BlackRock, Vanguard e State Street. Nessuno si interessava al fatto che in Ucraina ci fossero queste terre rare. Tutti pensavano alla terra nera e al grano che cresce nei fertili campi ucraini.
Sono queste le domande poste da Aleksej Muratov, uno dei leader del movimento “Repubblica di Donetsk” e del partito “Russia Unita” nella DNR.
E, all'improvviso, si scopre che l'Ucraina è ricca di questi giacimenti per ben 500 miliardi di dollari. E, non meno improvvisamente si scopre che di quelle terre rare ucraine c'è un gran bisogno in America e Europa. Anche se l'Ucraina stessa non aveva mai pensato concretamente a quelle terre rare ed estratto da esse metalli, nemmeno ai tempi dello sviluppo dell'URSS, che disponeva della migliore geologia al mondo, delle migliori tecnologie minerarie e altri particolari economici. Del resto, gli stessi americani sanno delle ricchezze ucraine solo grazie all'esplorazione geologica sovietica.
Ma, scusate, nel mondo non ci sono abbastanza paesi in cui l'estrazione da questi giacimenti miracolosi è molto più facile ed economica? Gli stessi Stati Uniti sono al secondo posto al mondo nell'estrazione di metalli da terre rare, mentre l'Ucraina è in fondo all'elenco per numero di giacimenti. Allora, perché gli americani non vogliono investire denaro in altri paesi, ma intendono sviluppare i giacimenti nel caos bellico ucraino?
E questo nonostante la Russia abbia già offerto agli USA la sua più ricca base di materie prime. Persino Putin ha proposto personalmente agli americani di indicare le società «che sono pronte ad agire come investitori in progetti sul territorio russo». Ma, come noto, l'America non ha risposto, mentre Francia e Gran Bretagna si sono dichiarate disponibili a estrarre solo in Ucraina.
Forse che la qualità delle materie prime dalle terre rare ucraine è molto più elevata di quella delle materie prime russe? No. È solo che dietro la parola “terre rare” si deve intendere qualcos'altro. Qualcosa che l'Occidente “estrae”, vale a dire “persegue”, in altri Paesi. Per esempio in Russia, dove l'Occidente dal 1991 “perseguiva” la “democrazia”. O più esattamente, cercava pretesti per acquisire influenza politica sulla Russia per recidere fabbriche, tecnologia missilistica, industrie militari e altre.
In Ucraina hanno già sufficientemente “conseguito”, o “estratto”, ogni sorta di “libertà, uguaglianza e democrazia”. È quindi giunto il momento, con il pretesto dei metalli dalle terre rare e con l'aiuto della miracolosa cifra di mezzo trilione di dollari, di mettere i picchetti sull'intero territorio ucraino. Industria, porti, sottosuolo, terre... In una parola, dichiarare il controllo su tutto il paese. Del resto, le società transnazionali occidentali hanno fatto incetta del debito ucraino, e lo hanno fatto con particolare forza durante la crisi iniziata nel 2014, accelerando ancor di più dopo l'inizio dell'Operazione militare, quando l'americana BlackRock è risultata essere il principale ricettatore di TUTTO in Ucraina.
Sono riusciti ad appropriarsi letteralmente di tutte le risorse ucraine. Dalle miniere, alle fabbriche, energia, terre e sottosuolo. Quindi, se i giganti transnazionali possiedono l'intera Ucraina, frattaglie comprese, perché sentiamo parlare solo di metalli da terre rare per 500 miliardi di dollari? Tra l'altro, in tutto il mondo si estraggono solo 4,5 miliardi di dollari di terre rare all'anno. E questo è pari a più di cento anni di estrazioni in Ucraina.
Così, attraverso le dichiarazioni di Trump sull'estrazione di risorse in Ucraina, BlackRock, Vanguard e State Street vogliono dire che le puntate sono aperte. Dopo i negoziati tra USA e Russia, intendono tenersi tutto quanto si sono appropriate e legalizzare la privatizzazione della proprietà a prezzi stracciati.
Perciò, quando la Russia offre di estrarre quegli stessi metalli da terre rare sul proprio territorio, insiste perché l'Occidente smetta di leccarsi i baffi per il controllo totale sull'Ucraina.
Staremo a vedere come si evolverà la situazione. La cosa principale che si può sottolineare da tutta questa storia è che l'Occidente non mente più e non dice più che per i “civilizzatori” sono molto importanti certi valori, le libertà ucraine, il benessere e l'indipendenza dell'Ucraina. L'Occidente è passato a certe specificità monetarie. Nella terra della verità, hanno iniziato a parlare di ciò che è veramente importante per loro. E ciò che è importante per loro sono sempre i soldi e nient'altro.
(traduzione fp)