Un punto di non ritorno per il diritto internazionale. Polizia Usa fa irruzione nell'Ambasciata venezuelana per arrestare i pacifisti che la proteggevano
La co-fondatrice del movimento pacifista CodePink, Medea Benjamin, ha denunciato questo giovedì come la polizia metropolitana di Washington (MPD) ha fatto irruzione illegale nella sede dell’Ambasciata venezuelana per sgomberare con l’uso della forza i 4 attivsti rimasti a protezione.
“La polizia irrompe nell’Ambasciata venezuelana per arrestare illegalmente il Collettivo di protezione in violazione della Convenzione di Vienna. Si è rotto il diritto internazionale”.
URGENT: Police breaking into embassy now to arrest the #EmbassyProtectionCollective. Call press. Go there!!!
— Medea Benjamin (@medeabenjamin) 16 maggio 2019
BREAKING NEWS: Police breaking into Venezuela Embassy to illegally arrest #EmbassyProtectionCollective, in violation of Vienna Convention. Breaking international law.
— Medea Benjamin (@medeabenjamin) 16 maggio 2019
In un'intervista con RT, Benjamin ha spiegato come una pattuglia della polizia fosse sul retro dell'edificio e che la porta di accesso al quartier generale diplomatico sia stata rotta. "Oggi hanno deciso di porre fine a questa pagina della storia", ha aggiunto. L'attivista Codepink ha respinto la misura e ha affermato che le autorità del suo paese "non hanno alcun diritto", dal momento che "stanno violando la Convenzione di Vienna" non avendo "alcun permesso dal governo di Nicolás Maduro".
L'attivista ha poi spiegato come la situazione dei pacifisti sia "stata molto difficile" dal 1 maggio, quando gruppi di venezuelani che sostengono il golpe sono arrivati nelle vicinanze subito dopo il colpo di stato fallito del 30 aprile e si sono creati molti momenti di tensioni, caratterizzati da aggressioni verbali (anche a sfondo omofobo, maschilista e razzista contro gli attivisti) e fisiche. Detenzioni, interruzioni di corrente e tagli d'acqua e restrizione del passaggio di cibo e medicine.
Inoltre, ha dichiarato che, nonostante gli arresti degli ultimi quattro attivisti rimasti sul posto, continueranno le dimostrazioni "perché l'ambasciata rimanga vuota" e che non venga consegnato "l'edificio all'opposizione". Allo stesso modo, è emersa la necessità che un paese terzo sia responsabile delle due sedi consolari, sia in Venezuela che negli Stati Uniti, dopo la rottura delle relazioni.
CodePink aveva assunto su mandato del governo legittimo di Caracas l'incarico della protezione dell’ambasciata con sede negli Stati Uniti. Il corrispondente di Telesur Jorge Gestoso ha dichiarato come le forze di sicurezza nord-americana abbiano sigillato tutta la zona intorno all’Ambasciata. “Agenti della polizia statunitense stanno impedendo che la stampa si possa avvicinare. Non si sa fino a quando”, ha proseguito.
#LAFOTO | Fuerzas de seguridad norteamericanas se posicionan y acordonan la parte trasera del edificio de la Embajada de Venezuela en Washington
— teleSUR TV (@teleSURtv) 16 maggio 2019
Mire en directo cómo se desarrolla esta acción ilegal contra el derecho internacional https://t.co/K7pTJKCfTR #NoMásIntervención pic.twitter.com/jzU9VY8NcV
Intanto a Sputnik fonti statunitensi hanno confermato l’arresto dei 4 pacifisti.
Si tratta di una violazione senza precedenti della Convezione di Vienna e un punto di non ritorno per il diritto internazionale.
Vaya, qué raro que no se estén haciendo eco todos los medios españoles de cómo se quebrantan todas las leyes internacionales irrumpiendo en una embajada, tratándose de una noticia relacionada con Venezuela...se les debe de haber pasado.
— Inna Afinogenova (@inafinogenova) 16 maggio 2019