Una risposta al blog di Grillo: In Siria, non c'è un regime. Ma un governo legittimamente eletto dal  popolo

30387
Una risposta al blog di Grillo: In Siria, non c'è un regime. Ma un governo legittimamente eletto dal  popolo



Gentile Beppe, ho letto con interesse l'articolo a firma di Deirde Collings e Robert Muggah, sulla "sicurezza digitale nella zona di guerra più pericolosa dl mondo". Già il titolo dell'articolo sembra quasi una sentenza inappellabile: "zona di guerra più pericolosa del mondo". Forse è necessario sottolineare che la guerra in Siria contro il terrorismo è ormai entrata nella fase finale. Soltanto la zona di Idbil è ancora nelle mani dei terroristi e dei ribelli moderati, i quali  si ostinano a non lasciare la città, tenendo in ostaggi i civili che non  riescono a fuggire. Non è questa la sede per scrivere le violazioni dei diritti umani compiuti da Al-Nusra contro la popolazione della zona di Idlib; che stranamente dai media e dalle potenze internazionali e dal mainstream è oggetto di attenzione, non per le sorti dei civili, ma per la sopravvivenza dei gruppi estremisti che sono stati finanziati in funzione anti governativa.

La Siria non è una "zona di guerra pericolosa", ma un paese che dopo 7 anni di guerra cerca di ricostruire quanto è stato distrutto dai gruppi jihadisti. La ricostruzione non è motivo di impegno da parte dei media, in quanto, contrasta con la loro idea di una Siria distrutta dal "sanguinario Assad" che non riesce a risollevarsi. Non è così. Ad esempio stamattina, e' stato riaperto il valico di Nassib tra Siria e Giordania, permettendo ai primi furgoni di entrare dal regno giordano in Siria. Il ripristino degli scambi commerciali via terra è il primo passo per la ripresa del paese arabo. I media, sempre occupati a cercare notizie di morte, non hanno dato risalto a questo evento così importante per la stabilizzazione commerciale dell'area. Come mai il mainstream sempre intento a dipingere la Siria come un paese distrutto e senza futuro, non ne parla? Con molta probabilità, si occupa solo di lanciare notizie false che appoggiano la retorica per i loro datori di lavoro! Lo testimoniano i semplici cittadini con la pubblicazione di foto e di storie che raccontano i fatti in modo diverso da come vengono propagandati in Occidente.

Domanda semplice: come è possibile avere una rete comunicativa di ultima generazione, che permette ai cittadini di tenersi in contatto tramite telefono ed internet -come è descritto nell'articolo-, se in Siria, il governo ha causato morte, distruzione e interruzione dei servizi pubblici? Non dimentichiamo che gli “attivisti” ed "ex combattenti" e “ribelli moderati”, che ora  vivono in Europa con il profilo di rifugiati politici e profughi, sono gli stessi che i governi occidentali, hanno condannato per crimini di guerra e violazione dei diritti umani, come è avvenuto recentemente in Germania. La guerra in Siria è stata fatta per procura, tramite un lavoro dettagliato di intelligence e organi di informazione per demonizzare uno stato sovrano e indipendente attraverso queste bufale e misera propaganda.

La retorica di cui l'articolo si fa portavoce, appoggia i jihadisti e White Elmets (pagati da Inghilterra e USA), che come è stato ampiamente documentato dagli organi interessati, hanno messo in scena le fake news sull'attacco chimico a Douma; e che ad Idbil come attestano tante immagini combattono a fianco dei gruppi terroristici. Vogliamo parlare dell'osservatorio dei diritti umani in Siria? Come è stato accertato da una inchiesta del quotidiano "la Repubblica" che poi ha smentito per questioni di alleanze, l'osservatorio dei diritti umani si trova a Londra, ed è gestito da un fiero oppositore del governo siriano. Guarda caso, finanziato da Arabia Saudita e Soros... non dice niente tutto questo? In Siria, non c'è un regime. Ma un governo legittimamente eletto dal  popolo. Che piaccia o no all'Occidente. Ogni popolo ha diritto di autodeterminarsi e di scegliere la linea politica migliore.

Quando l'informazione tornerà ad essere libera e non serva del potere?

DonSa

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole di Michelangelo Severgnini Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole

Il video di Ocalan: la traduzione completa delle sue parole

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake di Francesco Santoianni Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Intelligenza Artificiale e la nuova frontiera del DeepFake

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

Marx e l'ecologia Marx e l'ecologia

Marx e l'ecologia

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione di Giuseppe Giannini La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

La cena per l'Ucraina: il vertice della spartizione

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti