In Ucraina il FMI non si accontenta: aumenti anche per elettricità e riscaldamenti

In Ucraina il FMI non si accontenta: aumenti anche per elettricità e riscaldamenti

Il post Maidan sembra aver spezzato il “sogno europeo” che aveva convinto gli ucraini a scendere in piazza contro Yanukovich

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di Eugenio Cipolla
 

C’è una battuta, decisamente drammatica, che da qualche settimana a questa parte gira con insistenza nel mondo dei social ucraini: «Il Fondo Monetario Internazionale vuole che in Ucraina ci siano prezzi europei e stipendi da africani». Ed è un po’ il sintomo di un malessere economico-sociale che a Kiev e dintorni, nelle ultime settimane, si sta espandendo a macchia d’olio e che nei prossimi mesi potrebbe investire l’amministrazione Poroshenko.
 
L’altro giorno, come già anticipato da L’Antidiplomatico martedì, Valeria Gontareva, governatore della Banca Centrale Ucraina (NBU), ha confermato l’aumento del 280% delle tariffe per il gas destinato all’uso domestico. «E’ uno dei punti del programma concordato con il Fondo Monetario Internazionale», ha detto la Gontareva durante l’undicesima conferenza della società di investimento Dragon Capital, aggiungendo che a breve si aggiungerà anche un aumento del 66% delle tariffe per i riscaldamenti.
 
Un duro colpo per la popolazione ucraina, destinato a ridurre ancora di più il potere d’acquisto delle famiglie. Oggi una ricerca pubblicata dal Research&Branding Group ha sottolineato come in un solo anno in Ucraina «la moneta nazionale è crollata, i prezzi sono in continuo aumento, moltissime persone hanno perso il posto di lavoro e il tasso di criminalità generale è peggiorato». Insomma, il post Maidan sembra aver già spezzato il “sogno europeo” che aveva convinto milioni di cittadini a scendere in piazza contro Yanukovich.
 
Le persone, secondo il rapporto di Research&Branding Group, sono sempre più disilluse sulla possibilità di «un’integrazione europea». Un sondaggio condotto dalla società di ricerca ucraina (non governativa) ha mostrato come più della metà della popolazione abbia paura di un default economico imminente, dunque di un ulteriore deterioramento della situazione. Negli ultimi dodici mesi, inoltre, l’89% degli ucraini ha sentito l’impatto della violenta crisi economica, mentre il 60% ha registrato minori entrate a livello di reddito.
 
I dati ufficiali, d’altronde, parlano chiaro. Nell’ultimo anno i prezzi dei beni al consumo sono aumentati notevolmente. I prezzi di riso, cerali e frutta hanno visto un incremento compreso tra il 56% e il 77%, mentre quelli di carne, pesce, pane, pasta e zucchero tra il 23% e il 37%. E se consideriamo che dal 2014 gli stipendi e le pensioni sono congelati, mentre i programmi sociali sono stati ridotti, il quadro è piuttosto chiaro.
 
Per gli ucraini, però, non è finita. Sempre oggi, il ministro dell’Energia e dell’Industria ucraino, Vladimir Demchishin, in un’intervista al giornale Focus, ha annunciato che da aprile le tariffe dell’elettricità per le famiglie cresceranno del 40%, così come concordato con il Fondo Monetario Internazionale. Un’altra stangata per una popolazione ormai stremata da una guerra e da una crisi economica che rischiano di trascinare definitivamente il Paese nel baratro. 

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