Le atomiche in Finlandia e i primi veri segnali di distensione

“È in arrivo un pacco di Natale per Zelensky. La trattativa tra Usa e Russia è in corso: gli americani sono stufi dell’arroganza del presidente ucraino e vogliono spingerlo ad aprire un negoziato. L’occasione sarà il G-20 di Bali, dove Putin e Biden (nonostante le dichiarazioni formali durissime causa Midterm) potrebbero incontrarsi. L’obiettivo è arrivare a un cessate il fuoco entro Natale. Nel frattempo continuano a fornire armi a Kiev per fargli riconquistare territori e poter trattare da una posizione di forza…”. Così Dagospia sintetizza una sua nota dedicata ai negoziati in corso tra Mosca e Washington.

Di tali negoziati abbiamo scritto in note pregresse, nelle quali abbiamo riportato le rivelazioni in tal senso fatte dagli americani. A conforto dell’esistenza di questi colloqui riservati è arrivato un riscontro, inusuale, da parte dei russi.

Così riporta l’Agenzia Itar Tass: “La Russia e gli Stati Uniti continuano ad avere contatti mirati sulle problematiche per le quali ciò è più necessario e Mosca rimane aperta a un dialogo che porti vantaggi reciproci, ha affermato martedì la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in un’intervista rilasciata in diretta nel corso della trasmissione televisiva condotta da Soloviev [Vladimir Soloviev, anchorman amico di Putin, ndr].

“‘Dirò quello che abbiamo sempre detto, che manteniamo, chiamiamoli così, contatti mirati con gli Stati Uniti sulle problematiche che via via emergono […]. Siamo aperti a qualsiasi tipo dialogo che sia di reciproco vantaggio’, ha affermato”.

“La Zakharova ha sottolineato che, sebbene i contatti tra le agenzie russe e quelle americane rimangano selettivi, ‘questo non ha nulla a che fare con il concetto di relazioni su vasta scala […] La nostra posizione è ben nota agli Stati Uniti’, ha aggiunto il diplomatico”.

Della possibilità di un incontro tra i due presidenti a Bali avevamo scritto per la prima volta il 12 ottobre scorso (in anticipo, diciamo così), spiegando che tale possibilità potrebbe essere favorita da uno scambio di prigionieri tra le due potenze, in particolare dal rilascio dell’atleta americana Brittney Griner da parte dei russi.

Anche questo particolare sembra confortato dall’intervista alla Zakharova, che ovviamente non ha parlato di un rilascio della Griner, ma ha accennato al problema ancora irrisolto dei detenuti russi in America e di quelli americani in Russia. L’ipotesi di un incontro, dunque, c’è. Restano però, tante incognite.

Le atomiche in Finlandia

Da registrare un altro segnale di distensione Est-Ovest. Una settimana fa la Svezia e la Finlandia avevano dichiarato di non avere alcuna preclusione, una volta entrate nella Nato, a ospitare testate nucleari (Bloomberg).

Passi per la Svezia, distante da Mosca alla stregua di altri Stati dell’Est Europa, ma la Russia non poteva certo accettare le atomiche NATO in Finlandia, data la prossimità con Helsinky.

Peraltro non c’è molto da fidarsi, anche per quanto riguarda la NATO, dell’attuale premier finlandese, la pur bella Sanna Marin, la quale, dati i video girati sul web mentre partecipa a feste alquanto scatenate, sebbene possa ispirare simpatia, non sembra possedere il sangue freddo e la lucidità necessari alla gestione di simili armamenti, che possono scatenare la terza guerra mondiale.

Così non può che essere accolta con sollievo la rassicurazione giunta ieri dalla più alta carica del Paese, il presidente Sauli Niinisto: “la Finlandia non ha intenzione di ospitare armi nucleari sul suo territorio dopo essere diventata membro della NATO” (Nordnews). Altro piccolo, importante, segnale.

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