Albanese, relatrice Onu: “Fondati motivi“ che Israele stia commettendo un genocidio a Gaza

Albanese, relatrice Onu: “Fondati motivi“ che Israele stia commettendo un genocidio a Gaza

Foto Quds News Network

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Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla Palestina, ha pubblicato un rapporto drammatico sulla guerra di Israele a Gaza, ribadendo che ci sono “fondati motivi” per ritenere che Israele stia commettendo un genocidio nell'enclave palestinese.

Albanese ha spiegato che le prove - raccolte da organizzazioni sul campo, rapporti investigativi e consultazioni con le popolazioni colpite - suggeriscono che Israele ha commesso almeno tre dei cinque atti elencati dalla Convenzione ONU che comportano l’accusa di genocidio.

Questi atti includono: "l'uccisione di membri del gruppo; il causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo; e l'infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita calcolate per portarlo alla distruzione fisica in tutto o in parte".

Sul primo punto, Albanese ha osservato che Israele ha ucciso più di 30.000 palestinesi a Gaza dal 7 ottobre. Altri 12.000 risultano dispersi, presumibilmente morti sotto le macerie.

Più del 70% dei morti dichiarati sono donne e bambini e Israele non è riuscito a dimostrare che il restante 30% - maschi adulti - erano combattenti attivi di Hamas.

L'inasprimento del blocco di Gaza da parte di Israele sta provocando anche morti per fame, tra le quali quelle di 10 bambini al giorno.

Sul secondo punto, Albanese ha osservato che le forze israeliane hanno ferito più di 70.000 palestinesi e imprigionato migliaia di uomini e ragazzi palestinesi, sottoponendoli a torture e maltrattamenti.

Sul terzo punto, Albanese ha precisato che Israele ha distrutto o gravemente danneggiato la maggior parte delle infrastrutture vitali di Gaza, compresi ospedali e terreni agricoli.

La relatrice delle Nazioni Unite ha sottolineato che Israele ha utilizzato concetti del diritto umanitario internazionale - come scudi umani, danni collaterali e zone sicure - come copertura legale per commettere crimini di guerra a Gaza.

Per esempio, Albanese ha ricordato che Israele ha cercato di dipingere tutta la popolazione di Gaza come scudi umani, con i leader politici e militari israeliani di alto livello che hanno costantemente inquadrato i civili palestinesi come agenti di Hamas, "complici" o scudi umani, integrati con il movimento palestinese.

Israele ha “de facto trattato un intero gruppo protetto e le sue infrastrutture vitali come ‘terroristi’ o ‘sostenitori del terrorismo’, trasformando così ogni cosa e ogni persona in un bersaglio o in un danno collaterale, quindi uccidibile o distruggibile", ha scritto.

Infine, Albanese ha avvertito che "in questo modo, nessun palestinese a Gaza è al sicuro per definizione. Questo ha avuto effetti devastanti e intenzionali, costando la vita a decine di migliaia di palestinesi, distruggendo il tessuto di vita di Gaza e causando danni irreparabili a tutta la sua popolazione".

La reazione di Israele

La missione israeliana a Ginevra ha respinto l'accusa di genocidio avanzata dall'esperto dell'ONU, definendo le accuse come “oltraggiose” e “un'oscena inversione della realtà”, come ha riportato l'agenzia di stampa AFP. La missione diplomatica di Tel Aviv ha inoltre descritto il rapporto come “semplicemente un’estensione di una campagna che cerca di minare l’istituzione stessa dello Stato ebraico”.

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La Redazione de l'AntiDiplomatico

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