Alex Saab: "Sono orgoglioso di servire questo governo umano e leale"
"Non una sola prova delle bugie e delle infamie che sono state raccontate da Miami e da Bogotà. L'unica verità racconta di un uomo coraggioso, un uomo d'affari, un diplomatico, nato in Colombia, naturalizzato venezuelano, il cui unico crimine è stato quello di cercare di superare le sanzioni criminali, il blocco criminale; di cercare medicine al tempo della pandemia", con queste parole il presidente venezuelano Maduro ha ricevuto a Palazzo Miraflores il diplomatico Alex Saab ingiustamente prigioniero degli Stati Uniti.
Maduro ha poi rivelato che il rilascio di Saab è stato negoziato direttamente con l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e che erano sul punto di raggiungere un accordo, ma il cambio di governo a Washington ha costretto a riavviare il processo.
"Eravamo quasi pronti. È successo che ha perso le elezioni, c'è stato un cambio di governo e quindi abbiamo dovuto ricominciare tutto da capo. Con Donald Trump avevamo un accordo pronto".
Il leader bolivariano ha poi ribadito un concetto al tracotante paese imperilista del Nord America: “Presidente Biden e politici statunitensi: qui c’è il Venezuela, con il suo proprio modello, indipendente, sovrano. Non saremo la colonia di nessuno, non saremo mai subordinati a nessuno. Siamo bolivariani orgogliosi, dignitosi e ribelli. Con il rispetto, tutto è possibile; con il rispetto possiamo avanzare verso una diversa fase di relazioni".
A suo avviso, il rilascio di Saab potrebbe costituire un "primo passo" verso il recupero delle relazioni bilaterali, che si sono deteriorate da quando l'allora Presidente degli Stati Uniti Barack Obama dichiarò il Venezuela "una minaccia inusuale e straordinaria" per la sicurezza nazionale statunitense.
Dopo la liberazione e il ritorno in Venezuela, le prime parole di Saab sono state incorniciate da una profonda gratitudine nei confronti del presidente Maduro, per la sua perseveranza nella lotta per la sua liberazione; così come nei confronti del popolo venezuelano e del suo governo che non lo hanno mai abbandonato. "La vita è un miracolo costante e oggi il miracolo della libertà e della giustizia si è avverato. Sono orgoglioso di servire questo governo, un governo umano e leale che non abbandona e non si arrende mai".
Il caso Saab
Saab è stato arrestato nel giugno 2020 durante uno scalo a Capo Verde, mentre era in viaggio verso l'Iran per una missione diplomatica volta a negoziare accordi petroliferi e ad acquistare medicinali e generi alimentari per il Venezuela, nel contesto delle sanzioni e del blocco di Stati Uniti e Unione Europea (UE) contro Caracas.
L'aereo del funzionario fece una sosta tecnica sull'isola africana per fare rifornimento, ma fu trattenuto dalle autorità locali su richiesta di Washington, nonostante il suo status diplomatico. È stato poi estradato negli Stati Uniti nell'ottobre 2021.
Dopo l'arresto, la difesa del diplomatico definiva l'arresto come arbitrario e denunciava che Saab era vittima di abusi, torture e violazioni dei diritti umani. Inoltre, insistiva sul fatto che Saab non poteva essere accusato negli Stati Uniti perché godeva dell'immunità diplomatica da prima del suo arresto.
Il Venezuela ha bollato sin da subito l'estradizione di Saab negli Stati Uniti come un "rapimento" che violava il diritto internazionale e diplomatico e insisteva sul fatto che la sua detenzione a Capo Verde era avvenuta "illegalmente", senza nemmeno un mandato d'arresto, "violando le leggi del Paese e la Convenzione di Vienna".