Altro che crisi in Italia. La partita si gioca tra Pechino, Washington e Berlino
di Giuseppe Masala
Per chiarirci meglio. Export della Germania in Cina congiunturale (anno su anno) di Giugno 2019: -12,4%.
In altri termini, significa che se Trump fa la guerra commerciale alla Cina imponendo dazi quest'ultima acquista meno dalla Germania. E non a caso la locomotiva tedesca si è piantata e sta per entrare in recessione. In altri termini ancora, significa che la guerra di Trump si riversa sulla Germania. E se arriva la diretta imposizione di dazi dagli USA sulle auto tedesche e se escono gli inglesi - detta in senso tecnico - significa che la Germania e l'Europa sono con il sedere per terra.
Ecco perchè la Bce dice che fare altre manovre monetarie (si mette a comprare direttamente azioni delle società europee? Soluzione banzai in stile giapponese). Ecco perchè i tedeschi parlano di stimoli fiscali e di incentivi con la scusa del verde (in pratica vogliono pagare alle case automobilistiche tedesche la conversione dal Diesel all'elettrico con la scusa di Greta). Solo che se i tedeschi per tenere su le loro aziende fanno stimoli fiscali spiazzano le altre europee soprattutto degli stati che non possono permettersi e ci ritroveremo invasi di merci a prezzi più bassi rispetto alle domestiche. Insomma pagheranno gli altri paesi europei la crisi commerciale innescata dalla Merkel che da 20 anni accumula surplus pazzeschi sul resto del mondo (peraltro demolendo le imprese degli altri paesi Ue).
Questa è la partita grossa. E si gioca tra Pechino, Washington e Berlino. Noi siamo comunque fuori e in questa ottica badate anche l'aumento dell'IVA ha un senso per salvare la pellaccia se a questo aumento si abbina la riduzione del cuneo fiscale per le imprese. E chi paga in definitiva? Il popolino bue, temo.