Armi a Taiwan: la Cina sanziona due giganti militari USA

Armi a Taiwan: la Cina sanziona due giganti militari USA

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Il 16 febbraio, il Ministero del Commercio cinese ha annunciato l'imposizione di sanzioni contro due produttori di difesa statunitensi: Lockheed Martin Corporation e Raytheon Missiles & Defense (filiale di Raytheon Technologies Corp). Il Ministero del Commercio cinese ha addotto come motivazione la violazione della "sovranità nazionale".

Nel dicembre 2022, queste compagnie statunitensi avevano consegnato armi a Taiwan. Saranno multate per un importo doppio rispetto alle consegne effettuate dal settembre 2020. Inoltre, ai rappresentanti dei vertici delle società sarà vietato entrare e lavorare in Cina. 

Si è tratto anche di una risposta della Cina alle azioni di Washington, che il 10 febbraio ha inserito sei entità legali cinesi (cinque società e un centro di ricerca) nella cosiddetta "Lista delle organizzazioni" (Entity List, tenuta dal 1997 dal Bureau of Industry e Sicurezza del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti).

Il Dipartimento USA ha dichiarato in un comunicato che queste aziende "hanno contribuito alla modernizzazione delle forze armate cinesi". L'iscrizione nella Entity List impedisce loro di accedere alla tecnologia statunitense senza una licenza speciale.

"La lista delle entità è uno strumento efficace per riconoscere e allontanare gli attori che vogliono utilizzare l'accesso al mercato globale a scapito della sicurezza nazionale degli Stati Uniti", ha dichiarato a questo proposito il sottosegretario al Commercio statunitense Don Graves. Ma ci sono anche altri Paesi preoccupati per la loro sicurezza e hanno le loro "liste di organizzazioni". 

La Cina è uno di questi.

Già nell'ottobre 2020, adducendo argomentazioni simili a quelle attuali sulla fornitura di armi a Taiwan, la Cina si era detta pronta a imporre sanzioni ad altre aziende statunitensi del settore della difesa. All'epoca, nel mirino c'erano anche Lockheed Martin, la stessa società madre Raytheon Technologies e, con loro, Boeing Defense e Space & Security. Ma in seguito non è seguita alcuna azione. Nel febbraio 2022, Pechino aveva già annunciato l'imposizione di sanzioni contro Lockheed Martin Corporation e Raytheon, ma né il Ministero del Commercio cinese né il Ministero degli Esteri del di Pechino avevano poi avanzato un elenco specifico di restrizioni.

Adesso però la situazione è differente rispetto al passato. 

In primo luogo, Lockheed Martin e la sua controllata Raytheon sono state inserite nell'elenco delle organizzazioni non affidabili (analogo a quello degli Stati Uniti). Questa misura include una restrizione alla possibilità di fornire i loro prodotti e di investire in Cina. Le aziende statunitensi non commerciano armi nella Repubblica Popolare Cinese (vietato dalle leggi statunitensi), ma collaborano con alcune aziende del settore civile del Celeste Impero.

Non è chiaro se le restrizioni riguarderanno gli investimenti futuri o quelli già in corso, ma nella prassi cinese le sanzioni sono più spesso rivolte a progetti imminenti. Secondo il China Daily, alle aziende sarà vietato effettuare investimenti futuri. 

In secondo luogo, l'attuale decisione delle autorità cinesi prevede formalmente misure specifiche di applicazione come multe, divieti di investimento e altre misure di questo tipo.

Per anni, Washington ha monopolizzato le sanzioni come strumento di politica estera. Ancora oggi, gli Stati Uniti rimangono il principale Stato promotore di sanzioni al mondo. Secondo l'esperto Manu Karuka della Columbia University, entro il 2021, 2/3 delle sanzioni imposte a livello mondiale dal 1990 sono state autorizzate da Washington. Dal 2017, le restrizioni statunitensi hanno iniziato ad essere applicate alla Cina. In risposta, Pechino si è attivata per sviluppare un quadro giuridico per la propria strategia di sanzioni.

In precedenza, aveva già praticato misure come regolamenti tariffari, negazione del credito, aumento delle ispezioni e persino embarghi. Tuttavia, nel marzo 2019, il Ministero del Commercio cinese ha annunciato la creazione di un elenco di entità non affidabili, quasi replicando uno strumento simile del Dipartimento del Commercio statunitense. L'esperto di sanzioni statunitense Richard Nefew confida nella volontà e soprattutto nella capacità della Cina di rafforzare ulteriormente il proprio kit di sanzioni.

Le relazioni tra Stati Uniti e Cina sono ormai ai minimi storici. La situazione in bilico ha interrotto il processo di dialogo iniziato a novembre. Il recente incontro tra il Segretario di Stato Anthony Blinken e Wang Yi a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha dimostrato che le parti non sono pronte a scendere a compromessi, almeno per ora. Allo stesso tempo, per la prima volta vediamo entrambi i Paesi imporre sanzioni quasi contemporaneamente. Gli Stati Uniti e la Cina stanno quindi entrando in un nuovo livello di lotta giurisdizionale.

Effetto della risposta cinese

‘Giocare’ con le sanzioni contro la Cina come viene fatto contro la Russia non sarà molto facile, né tantomeno indolore. Se gli effetti delle sanzioni contro Mosca fanno molto più male ai vassalli europei, la risposta di Pechino rischia di colpire forte il cuore dell’impero. 

Già lo scorso settembre nella fase di discussione preliminare su come esercitare pressioni economiche sulla Cina, la fattibilità del progetto veniva considerata discutibile, poiché si tratta di "sanzioni contro la seconda economia del mondo e uno dei maggiori anelli della catena di approvvigionamento globale". 

"L'eventuale imposizione di sanzioni alla Cina è molto più impegnativa delle sanzioni alla Russia, data la stretta associazione degli Stati Uniti e dei suoi alleati con l'economia cinese", spiegava in un'intervista all'agenzia Reuters, Nazak Nikahtar, ex alto funzionario del Dipartimento del Commercio statunitense.

La risposta cinese rischia di far male il cuore dell’impero, il complesso militare-industriale. La produzione aeronautica di Lockheed Martin si basa su contratti con la parte cinese per l'acquisto di metalli delle terre rare. Senza le forniture cinesi, l'azienda statunitense si troverà ad affrontare grandissime difficoltà nelle sue operazioni, e questo nella difficile situazione politico-militare mondiale.

Bisogna tener presente che Lockheed Martin progetta, produce e manutiene l'F-35 Lightning II Joint Strike Fighter, il C-130 Hercules, l'F-16 Fighting Falcon, l'F-22 Raptor, gli elicotteri Sikorsky, numerosi sistemi missilistici, missili e sistemi di guida.

Raytheon produce missili AGM-88 HARM, AIM-120 AMRAAM e altri, radar e sistemi radar di vario tipo, SeaRAM, MIM-23 Hawk, sistemi missilistici antiaerei MIM-104 Patriot e altre armi.

Le sanzioni imposte da Pechino saranno quindi un duro colpo per l'industria militare statunitense. In un momento dove tutta l’industria bellica dell’Occidente è sotto forte pressione a causa delle ingenti forniture militari al regime di Kiev impegnato in una guerra per procura contro la Russia. 

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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