Assange e la libertà di informazione sono in pericolo. Il governo italiano offra la sua protezione

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di Fabrizio Verde
 

A giorni se non ad ore il giornalista Julian Assange di Wikileaks potrebbe essere espulso dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Sede diplomatica dove il cittadino australiano si trova rinchiuso dal 2012 quando l’allora presidente Rafael Correa decise di concedere l’asilo politico ad Assange ricercato in maniera pretestuosa dalla giustizia svedese. Quando l’obiettivo era quello di arrestarlo per poi procedere ad estradarlo verso gli Stati Uniti che vogliono vendicarsi per il fatto di aver rivelato documenti che Washington voleva rimanessero segreti. Infatti contro Assange non vi è alcuna incriminazione specifica da parte degli USA, utilizzando il controverso Espionage Act, una legge draconiana del 1917 pensata per punire i traditori che durante la Prima guerra mondiale passavano informazioni al nemico. Si tratta della stessa legge utilizzata in modo particolare dal presidente Barack Obama per punire tutte le fonti giornalistiche, i whistleblower e i giornalisti che hanno rivelato informazioni segrete sugli abusi del governo americano dopo l'11 settembre

 

Con questo ultimo gesto, violando l’accordo di protezione umanitaria concessa ad Assange il traditore Lenin Moreno completa il suo completo passaggio nell’orbita di Washington e delle destre. Wikileaks ha reso noto che Quito lamenta delle presunte violazioni dei termini riguardanti la concessione dell’asilo politico. L’organizzazione internazionale che raggruppa giornalisti e whistleblower denuncia che in realtà si tratta di un tentativo, maldestro a dire il vero, del presidente Lenin Moreno di coprire lo scandalo legato all’utilizzo di un paradiso fiscale offshore per il quale è indagato e rischia l’impeachment. Uno scandalo che secondo l’ex presidente Correa, già mentore di Moreno, rappresenta la più grande operazione di corruzione avvenuta in Ecuador. Inoltre, Moreno, ha l'obiettivo di distogliere l'attenzione dal crollo di oltre 30 punti nelle ultime elezioni amministrative in Ecuador e dai gravi problemi con la giustizia che abbiamo appena illustrato.

 

Invece, secondo quanto rende noto il New York Times, Lenin Moreno avrebbe offerto Assange a Trump in cambio di sostanziosi sconti sul debito ecuadoriano nei confronti degli Stati Uniti. 

 

A questo punto emerge con chiarezza come i governi di Stati Uniti ed Ecuador, grazie all’incredibile voltafaccia di Moreno, stiano giocando sulla pelle di Assange, il quale nei 'democratici' USA rischia una condanna esemplare, 30 anni o ergastolo, se non la sua stessa vita nel caso fosse condannato alla pena capitale. 


In passato più volte il Movimento 5 Stelle ha avuto parole di elogio per lo straordinario lavoro effettuato da Assange e Wikileaks, così come il giornalista australiano ha mostrato apprezzamento per il movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Perché quindi il governo italiano non interviene per dare la necessaria protezione umanitaria ad Assange che in base alla già citata legge a cui si appelleranno gli USA, l’Espionage Act del 1917, rischia di essere condannato a morte?


L'Italia non deve consentire che Assange passi il resto della vita in un carcere di massima sicurezza statunitense o peggio venga condannato a morte, perché colpevole di aver rivelato dei documenti che gli Stati Uniti volevano rimanessero segreti perché compromettenti.

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