Associated Press: "UE valuta opzioni per dispiegamento militare in Ucraina, incluso il fronte del Dnepro"
Le forze europee starebbero esaminando diverse opzioni per un eventuale schieramento militare in Ucraina, compresa un'eventuale presenza lungo il fiume Dnepro. Lo riporta l'Associated Press, citando fonti francesi.
Secondo quanto riferito, una delle possibilità contemplate - sostenuta in particolare dalla Francia - prevederebbe il dispiegamento di "forze significative nel centro dell'Ucraina, lungo il corso del Dnepro, lontano dalle attuali linee del fronte". Altre opzioni includono il posizionamento di truppe nell'ovest del Paese o addirittura nelle nazioni confinanti.
Fonti dell'AP indicano che comandanti e strateghi militari europei stanno valutando diversi scenari di dispiegamento che potrebbero "agevolare" una risoluzione del conflitto. L'obiettivo dichiarato sarebbe quello di creare condizioni più favorevoli per una soluzione politica.
Vertice a Parigi per la "coalizione dei volenterosi"
Giovedì prossimo Parigi ospiterà un summit della cosiddetta "coalizione dei volenterosi", con l'obiettivo di discutere garanzie di sicurezza per Kiev e trovare un accordo sull'eventuale invio di forze di pace. L'iniziativa segue le rivelazioni di Bloomberg del 13 marzo, secondo cui Francia e Regno Unito starebbero cercando di coinvolgere 37 Paesi in questo progetto.
Tuttavia, il quotidiano britannico Telegraph ha riportato il 23 marzo che alti ufficiali militari del Regno Unito avrebbero definito i piani del premier Sunak come "teatro politico", evidenziando la mancanza di dettagli operativi concreti.
La posizione russa
Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov aveva già chiarito il 6 marzo scorso l'impossibilità di compromessi sul dispiegamento di forze straniere in Ucraina. Secondo Lavrov, un eventuale contingente europeo creerebbe "fatti compiuti" sul terreno, minando qualsiasi prospettiva di soluzione negoziata.
Mosca ha più volte avvertito che considera qualsiasi presenza militare occidentale in Ucraina come una provocazione inaccettabile, ribadendo che tale mossa comprometterebbe ulteriormente le già fragili prospettive di pace.