Attila Vajnai, presidente del 'Partito Operaio Ungherese': "Per arrivare alla pace, bisognare fermare il capitalismo"

Attila Vajnai, presidente del 'Partito Operaio Ungherese': "Per arrivare alla pace, bisognare fermare il capitalismo"

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


Nel cuore dell'Europa, la crisi ucraina continua a tenere banco e destare preoccupazione per una possibile escalation tra potenze nucleari. In un'intervista esclusiva a Jafar Salimov, Attila Vajnai, presidente di "Partito Operaio Ungherese" e membro della coalizione internazionale "Sinistra Europea", evidenzia opinioni e le preoccupazioni dei comunisti ungheresi e degli antifascisti in merito al conflitto ucraino.

In un dialogo aperto e franco, Vajnai condivide la sua prospettiva sulla situazione in Ucraina, dal flusso costante di profughi all'oppressione linguistica, esponendo il punto di vista dei comunisti ungheresi e la loro visione di una soluzione per porre fine al conflitto. Ma ciò che emerge con forza è il collegamento profondo tra il capitalismo e la guerra, con Vajnai che mette in discussione il ruolo delle politiche guerrafondaie adottate dagli Stati Uniti e dalla NATO che, secondo lui, hanno contribuito a incitare alla guerra il regime di Kiev.

In un momento in cui l'Ungheria si trova nel mezzo di questa turbolenta tempesta geopolitica, il presidente del Partito Operaio Ungherese evidenzia il ruolo guerrafondaio del capitalismo, delle multinazionali e della politica estera nella regione, lanciando un appello per un'Europa più pacifica e solidale.

L'intervista di Attila Vajnai ci offre una prospettiva stimolante su una crisi che continua a tenere il mondo intero in sospeso e solleva interrogativi cruciali sulla connessione tra economia capitalistica e conflitto, mentre le tensioni nell'Europa orientale continuano a crescere.

————————

di Jafar Salimov


Attila Vajnai, presidente del Partito Operaio Ungherese, facente parte della coalizione internazionale "Sinistra Europea", ha raccontato in un'intervista esclusiva alla nostra pubblicazione come il conflitto ucraino sia visto dai comunisti ungheresi e dagli antifascisti.


Attila, quanto sono informati gli ungheresi riguardo gli eventi in Ucraina?

Poche persone lo notano, ma la fuga dei cittadini dal regime ucraino è iniziata da tempo. Negli anni passati, un gran numero di ucraini si è trasferito in Ungheria. E per la maggior parte di questi "rifugiati", amici e parenti sono rimasti nel loro paese d'origine, quindi siamo piuttosto informati sugli eventi che si verificano nel paese vicino. Gli ungheresi sono ben informati sia sulle repressioni contro i comunisti, sia sulla corruzione dilagante, sia sull'imperversare delle bande armate fasciste che hanno ottenuto uno status ufficiale. Sappiamo anche che i nostri connazionali - ungheresi per nazionalità, ma cittadini ucraini - vengono catturati per strada e immediatamente portati al fronte.

Quali sono le valutazioni dell'opinione pubblica sugli eventi? E di politica e governo?

Siamo preoccupati, ed è comprensibile: gli eventi stanno accadendo molto vicino, vicino al nostro confine. In Ungheria, la stragrande maggioranza dei cittadini sostiene una tregua immediata e la risoluzione del conflitto attraverso i negoziati. Il governo ungherese si è più volte espresso a favore della protezione delle persone di nazionalità ungherese in Ucraina. Questa è la ragione per cui abbiamo deciso di interrompere le forniture di armi all'Ucraina. E questa posizione è sostenuta dalla stragrande maggioranza della società. Ma, purtroppo, attraverso il territorio del nostro paese, la NATO sta trasportando armi pesanti, persino carri armati statunitensi, che poi vengono inviati in Polonia e poi al fronte. Questo suscita malcontento.


Parlaci della difesa dei vostri connazionali...

Principalmente, si tratta della cosiddetta legge sulla lingua. Come è noto, in Ucraina hanno iniziato a limitare l'uso delle lingue delle diverse nazionalità, compresa la lingua ungherese. Questa è la principale fonte di conflitto tra i governi. Per noi comunisti, è ovviamente inaccettabile limitare i diritti fondamentali dell'uomo e l'autodeterminazione delle diverse nazionalità. Sosteniamo la piena libertà di lingua e cultura per tutte le nazionalità. Questo può essere realizzato solo in condizioni di pace e democrazia.

Ci sono modi ragionevoli ed efficaci per proteggere la popolazione ungherese in Ucraina?

Vediamo una via d'uscita dalla crisi nella cessazione della guerra e delle cause che ci hanno portato a questa guerra. Dobbiamo fermare l'aggressiva espansione dell'influenza delle multinazionali, del cosiddetto "mercato libero". Questo conduce all'oppressione delle persone in tutti i paesi ed è la ragione dell'espansione dell'alleanza militare della NATO. Se riusciremo a limitare il potere del Capitale, allora potremo estendere i diritti umani in tutti i paesi, e allora l'Ungheria e l'Ucraina potranno vivere in pace.

Potrebbe anche interessarti

"BERSAGLI" - 7. La nostra dicendenza di Giovanna Nigi "BERSAGLI" - 7. La nostra dicendenza

"BERSAGLI" - 7. La nostra dicendenza

Educazione sentimentale, Lilli Gruber e i "paesi civili" di Paolo Desogus Educazione sentimentale, Lilli Gruber e i "paesi civili"

Educazione sentimentale, Lilli Gruber e i "paesi civili"

7 ottobre, Haaretz e il "fact checking italiano" di Francesco Santoianni 7 ottobre, Haaretz e il "fact checking italiano"

7 ottobre, Haaretz e il "fact checking italiano"

Gaza. Le parole da "giardiniere" di Borrell sugli aiuti umanitari di Marinella Mondaini Gaza. Le parole da "giardiniere" di Borrell sugli aiuti umanitari

Gaza. Le parole da "giardiniere" di Borrell sugli aiuti umanitari

NOI a Cuba il 2 dicembre per le celebrazioni di Gino Donè Paro di Emanuele Dessì NOI a Cuba il 2 dicembre per le celebrazioni di Gino Donè Paro

NOI a Cuba il 2 dicembre per le celebrazioni di Gino Donè Paro

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?   di Bruno Guigue Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Riflessioni di filosofia della storia e della politica di Marco De Angelis Riflessioni di filosofia della storia e della politica

Riflessioni di filosofia della storia e della politica

Al principio era la crisi economica.... di Antonio Di Siena Al principio era la crisi economica....

Al principio era la crisi economica....

Vertice Meloni-Scholz: Berlino presenta le nuove regole di Gilberto Trombetta Vertice Meloni-Scholz: Berlino presenta le nuove regole

Vertice Meloni-Scholz: Berlino presenta le nuove regole

NAPOLI - DAKAR - NAPOLI: A UN ANNO DALLA CENSURA DELL'URLO di Michelangelo Severgnini NAPOLI - DAKAR - NAPOLI: A UN ANNO DALLA CENSURA DELL'URLO

NAPOLI - DAKAR - NAPOLI: A UN ANNO DALLA CENSURA DELL'URLO

Giacarta può essere sconfitta? di Federico Greco Giacarta può essere sconfitta?

Giacarta può essere sconfitta?

Dalla caccia, all'asta del Che Dalla caccia, all'asta del Che

Dalla caccia, all'asta del Che

A che ora è la terza guerra mondiale? (Seconda parte) di Giuseppe Masala A che ora è la terza guerra mondiale? (Seconda parte)

A che ora è la terza guerra mondiale? (Seconda parte)

Come curare il tuo cane con il Prozac di  Leo Essen Come curare il tuo cane con il Prozac

Come curare il tuo cane con il Prozac

L’Egitto e il conflitto israelo-palestinese di Paolo Arigotti L’Egitto e il conflitto israelo-palestinese

L’Egitto e il conflitto israelo-palestinese

ANCORA  CON  L’IDEOLOGIA  DELLA  MERITOCRAZIA di Michele Blanco ANCORA  CON  L’IDEOLOGIA  DELLA  MERITOCRAZIA

ANCORA CON L’IDEOLOGIA DELLA MERITOCRAZIA

Diamond e lo studio delle crisi e delle rinascite delle nazioni di Damiano Mazzotti Diamond e lo studio delle crisi e delle rinascite delle nazioni

Diamond e lo studio delle crisi e delle rinascite delle nazioni