Borell definisce la Russia "una stazione di servizio". Le risposte da Mosca
Non passa giorno che Josep Borell, “Alto” rappresentante dell’UE per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, non faccia gaffe che peggiorino ulteriore il declino intrapreso dai paesi europei per seguire ciecamente gli Stati Uniti nelle loro crociate.
In un'intervista pubblicata questo sabato su El País, Borell ha descritto la Federazione russa come un "stazione di servizio in cui il proprietario ha una bomba atomica”, sottolineando come dal punto di vista dell’UE, Mosca, a differenza della Cina, non debba essere considerato come “un vero giocatore geopolitico”. Il paragone della Russia come una stazione di servizio non è originale ma risale al defunto falco McCain, che in un intervento al Senato nel 2014 definì con questo appellativo la Russia.
Durissime le risposte che arrivano da Mosca. La portavoce del ministero degli esteri, Maria Zakharova, ha commentato come "invidia e impotenza" le dichiarazioni di Borell. "L'Ue è come un’azienda in fallimento che è andata in bancarotta quando ha smesso di poter rifornirsi con un carburante di qualità a un prezzo accessibile. Abbiamo il nostro carburante con noi e lo vendiamo, mentre le imprese dell'Ue si sono trasferite all'estero", ha dichiarato la portavoce a Izvestia. Riguardo alla "bomba atomica", Zajárova ha sottolineato che solo un Paese dell'Ue possiede armi nucleari, mentre gli altri non sono stati in grado di produrle. "Non c'è niente di cui essere orgogliosi, ecco perché sono così arrabbiati.
Quindi tutto ciò che Borrell ha detto, lo ha detto è per invidia e impotenza", ha affermato. Dure le parole anche del ministro degli esteri russo Lavrov in un'intervista a The International Affairs pubblicata questo sabato, nella quale ha denunciato come persone con una visione "razzista" sono ora al comando nei paesi occidentali. "L'Occidente è ora governato da persone come [l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza] Josep Borrell, che dividono il mondo nel loro 'giardino fiorito' e nella 'giungla' dove, secondo loro, si trova la maggior parte dell'umanità. Con una visione del mondo così razzista, è ovviamente difficile venire a patti con l'inizio del multipolarismo", ha detto Lavrov.
Secondo il ministro degli Esteri russo, l'Occidente "teme ragionevolmente" che la transizione verso un sistema multipolare "porti gravi perdite geopolitiche ed economiche e il crollo definitivo della globalizzazione nella sua forma attuale, di stampo occidentale" e, soprattutto, è preoccupato di perdere "l'opportunità di parassitare il resto del mondo" attraverso un meccanismo che garantisce la crescita economica a spese di altre nazioni. "Sempre più paesi del Sud e dell'Est del mondo stanno iniziando a realizzare i propri interessi nazionali, ad articolarli e ad applicare politiche mirate alla loro realizzazione nello spirito della cooperazione internazionale", ha affermato.