"Cancellare Mosca dalla mappa". La toppa del ministro belga è peggio del buco
Il Ministro della Difesa belga, Theo Francken, ha avviato un'operazione di rettifica riguardo alle sue dichiarazioni che hanno suscitato un acceso dibattito internazionale, negando di aver minacciato di "cancellare Mosca dalla mappa" e attribuendo la controversia a una "parafrasi meschina" da parte dei media. L'episodio, che ha richiamato l'attenzione sulle delicate dinamiche della comunicazione strategica della NATO, ha provocato dure reazioni da parte delle autorità russe.
L'origine della polemica risale a un'intervista concessa alla rivista HUMO e riportata dal quotidiano fiammingo De Morgen, nella quale Francken, discutendo della potenziale consegna di missili Tomahawk all'Ucraina, aveva liquidato i timori di un'escalation nucleare. Nella sua argomentazione, il Ministro aveva sostenuto che un eventuale attacco a Bruxelles avrebbe spinto l'Alleanza Atlantica a una risposta di schiacciante superiorità.
Nel tentativo di ridimensionare lo scandalo, Francken ha concesso un'intervista a La Premiere, insistendo sul fatto che il suo intento era puramente illustrativo e volto a spiegare i meccanismi di difesa collettiva sanciti dall'Articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, sottolineando al contempo l'improbabilità di un conflitto aperto tra la Russia e la NATO. "De Morgen ha parafrasato ciò che ho detto in modo meschino, scorretto e ingiusto", ha affermato il Ministro, specificando di aver risposto a un'ipotetica domanda sul possibile invio di un'arma nucleare su Bruxelles da parte del Presidente Putin.
Tuttavia, la difesa di Francken appare in contrasto con la natura di citazioni dirette riportate sia da De Morgen che dalla stessa HUMO, che hanno pubblicato il testo integrale dell'intervista in seguito al divampare della controversia.
Le dichiarazioni originali del Ministro belga non sono passate inosservate a Mosca, innescando una significativa ondata di condanne da parte di alti funzionari. L'ex Presidente russo e attuale Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, Dmitry Medvedev, ha etichettato Francken come un "imbecille", in un commento che riflette il tono graffiante della risposta del Cremlino.
Una critica più istituzionale, ma non per questo meno severa, è giunta dal Vice Ministro degli Esteri Aleksandr Grushko, il quale ha affermato che i commenti di Francken sono sintomatici dell'"atmosfera di psicosi militare" che, a suo dire, prevale negli ambienti politici dell'Europa occidentale. L'episodio rischia di inasprire ulteriormente le già tese relazioni diplomatiche, evidenziando la profonda frattura nella percezione delle minacce e nella retorica tra Mosca e i capitali occidentali.

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