Disinformazione e propaganda. E' quella che l'Ue fa contro Siria, Cina e Russia
di Francesco Santoianni
COVID. Ma perché, in Italia e in Europa, sono sempre di più le persone incazzate con i loro governi per aver trasformato una emergenza in ecatombe, creato un esercito di deliranti ipocondriaci e gettato sul lastrico milioni di persone? È ovvio! Perché sono sobillate dalle fake news di Putin, Xi Jinping e Assad. Lo attesta il report “Disinformation and propaganda around COVID-19” (qui l’apologetica sintesi fatta da Repubblica) redatto dal Gruppo Euvsdisinfo e, oggi, presentato dal Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Ma chi sono gli esperti in fake news che hanno redatto questo report? Tempo fa scoppiò lo scandalo di un giornalista italiano, intruppato nel “Gruppo alto livello per la lotta alle fake news” dell’Unione Europea, sorpreso a diffondere fake news; forse per questo, da allora, i nominativi degli “esperti” dell’Unione Europea in questo campo sono ammantati da segreto. Peccato, perché – certamente - avremmo potuto raccontarvi simpatici fatterelli su chi ha scritto questo report. Rassegniamoci quindi a dargli un’occhiata.
Intanto le accuse ad Assad: “Il regime siriano sta avanzando ulteriormente nella sua campagna di disinformazione contro le sanzioni, sostenendo che le nazioni occidentali stanno perpetrando una «guerra economica» contro la Siria e il popolo siriano e che le sanzioni hanno paralizzato il settore sanitario (impedendo di procurarsi) gli equipaggiamenti necessari ai test, alla diagnosi, alla prevenzione e alla cura del Covid-19.” E che altro avrebbe dovuto dire Assad? Le sanzioni alla Siria – rinnovate all’unanimità (sì, anche dall’Italia) il 28 maggio dall’Unione Europea - hanno o no aggravato ulteriormente la situazione economica della Siria impedendole di contrastare efficacemente l’avanzata dell’epidemia? E allora? Quale sarebbe la “disinformazione”?
Altrettanto sorprendenti, nel report, le accuse rivolte a Cina e Russia di “voler censurare notizie sgradite sull’emergenza COVID da internet”. E cosa sta facendo di diverso l’Unione Europea che, proprio in questi giorni, annuncia una “nuova stretta sui social media per contrastare la disinformazione sul COVID”? Il tutto mentre, in Europa, i media di regime su Internet tentano di dirottare la rabbia generale sulla Cina farneticando di satelliti che, fotografando il parcheggio di un ospedale, attesterebbero che il COVID era tenuto segreto da Pechino già ad agosto. O su Putin, accusando i militari russi, giunti a Bergamo su invito del nostro governo, di essere spie o, addirittura esperti che verificano le conseguenze del loro attacco biologico.
Davvero surreale poi il report dell’Unione Europea sulla “disinformazione orientata dalle autorità russe e cinesi” che colpirebbe Bill Gates: “Bill Gates e la Gates Foundation sono stati accusati (….) di promuovere i loro interessi privati in nome della lotta contro il COVID”. Ma c’era davvero bisogno della “disinformazione orientata dalle autorità russe e cinesi” per arrivare a questa considerazione? Ma davvero c’era bisogno di spendere, quest’anno, tre milioni di euro per pagare gli “esperti in lotta alla fake news” dell’Unione Europea?