Dollarizzazione e ritiro dello Stato: i fattori che hanno favorito l'ascesa del crimine in Ecuador

2826
Dollarizzazione e ritiro dello Stato: i fattori che hanno favorito l'ascesa del crimine in Ecuador

L’Ecuador è finito nel caos con i cartelli del narcotraffico che hanno mosso guerra allo Stato. L'ondata di attacchi, rapimenti e attentati che si susseguono da domenica ha diffuso il terrore e rivelato una crisi di sicurezza senza precedenti nel Paese, che in pochi anni è diventato il più insicuro della regione e un vero e proprio “regno” dei cartelli della droga. Una circostanza impensabile fino a qualche tempo fa, come ha denunciato l’ex presidente Rafael Correa, che ha accusato i governi di Lenin Moreno e Guillermo Lasso di aver consentito l’ascesa del crimine. 

In ogni caso, sono diversi i fattori che hanno fatto prosperare queste bande, tra cui gli effetti negativi della pandemia, il ritiro dello Stato da aree chiave negli ultimi anni e il successo del narcotraffico in una nazione dollarizzata e priva di una banca centrale. Queste ultime due condizioni sono state promesse, ma per adesso non ancora implementate, dal presidente argentino ultraliberista Javier Milei.

La dollarizzazione, introdotta nel 2000 dall'allora presidente Jamil Mahuad, è riuscita a controllare l'iperinflazione dopo una profonda crisi finanziaria, ma ha aumentato la povertà, tranne negli anni dell'ex presidente di sinistra Rafael Correa (2007-2017), e ha ridotto la capacità dello Stato di controllare l'economia (non potendo gestire l'emissione monetaria).

Con la fine del governo di Correa e il conseguente deterioramento della sicurezza, le bande criminali si sono rafforzate riciclando denaro illecito a loro piacimento.

Il dollaro permette ai narcotrafficanti di evitare la svalutazione e di spostare più facilmente il denaro tra i Paesi, in anni in cui i grandi gruppi si sono internazionalizzati.

Infatti, l’adozione del dollaro statunitense come valuta ufficiale ha reso l’Ecuador un obiettivo attraente per le organizzazioni criminali internazionali. L’afflusso di valuta estera ha creato un ambiente favorevole per le attività di riciclaggio di denaro. I cartelli criminali sfruttano la facilità di trasferire e nascondere grandi quantità di denaro sotto la facciata di attività commerciali legittime. Ciò, a sua volta, alimenta la corruzione, indebolisce gli sforzi di applicazione della legge e crea un terreno fertile per le reti della criminalità organizzata. Il traffico di droga, il traffico di esseri umani e altre attività illecite sono diventati pervasivi in Ecuador, contribuendo ulteriormente al problema della criminalità del paese.

Una situazione favorevole alla criminalità come ammesso dallo stesso presidente Noboa in campagna elettorale. "Come mai il narcotraffico è avanzato così tanto in Ecuador?", chiese un giornalista a Daniel Noboa, allora candidato alle presidenziali. "Innanzitutto perché non c'è un vero controllo alle frontiere, perché i nostri porti sono totalmente privi di protezione. Perché siamo dollarizzati e questo è un elemento che aiuta il narcoterrorismo, perché non devono cambiare valuta. I dollari entrano e i dollari escono. Non c'è traccia”, affermò l’attuale presidente. 

Una disamina che vede concorde anche l’ex presidente dell’Assemblea Nazionale, Gabriela Rivadeneira, che ai microfoni della radio argentina AM750 ha affermato: “L’assenza dello Stato prodotta dai governi di Guillermo Lasso e Lenín Moreno e la contesa non solo del cartello di Sinaloa, ma anche di gruppi minori hanno trasformato l'Ecuador nel Paese più insicuro e violento del continente, con 44 morti ogni 100.000 persone".

"Il crimine organizzato non è radicato solo in un singolo territorio, ma è un'ancora di una rete internazionale, che vive della rete della droga, ma ha anche i suoi tentacoli nella politica, nella polizia, nelle forze armate, e si nutre anche del traffico di esseri umani e del traffico illegale di migranti", ha spiegato Rivadeneira.

Per poi aggiungere: “Tutto questo in un'economia dollarizzata, che ovviamente permette al sistema finanziario internazionale di fluttuare più del traffico che sta vivendo l'Ecuador. Oggi l'Ecuador ricicla tre milioni e mezzo di dollari, il controllo statale che dovrebbe esistere è nullo”. 

Un rapporto del Centro Estratégico de Geopolítica (CELAG) fornisce dati agghiaccianti: nel 2021, 3,5 miliardi di dollari di denaro sporco sono stati riciclati nel sistema finanziario, quasi tre volte gli 1,2 miliardi di dollari stimati tra il 2007 e il 2016.

"Sei anni di minimizzazione dello Stato e di de-istituzionalizzazione del Paese hanno lasciato un bilancio sociale ed economico scoraggiante: povertà, violenza e istituzioni catturate dal narcotraffico", si legge nel rapporto.

E continua: "A questa economia del disastro sociale si aggiunge un effetto paradossale: la 'stabilità macroeconomica del narcotraffico', intesa come la capacità dei narcodollari di penetrare nel sistema finanziario, aumentare il tasso di profitto delle banche e fornire una falsa stabilità finanziaria e monetaria, che è discordante con la salute dell'economia reale (occupazione, produzione e povertà)".

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

Loretta Napoleoni - HTS e le incognite sul futuro della Siria di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - HTS e le incognite sul futuro della Siria

Loretta Napoleoni - HTS e le incognite sul futuro della Siria

Trump, la NATO e cosa aspettarsi in Europa di Giuseppe Masala Trump, la NATO e cosa aspettarsi in Europa

Trump, la NATO e cosa aspettarsi in Europa

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Caracas contro il fascismo e per la Palestina di Geraldina Colotti Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Le "Ferrari di Assad", i factchecker e alcune semplici domande di Francesco Santoianni Le "Ferrari di Assad", i factchecker e alcune semplici domande

Le "Ferrari di Assad", i factchecker e alcune semplici domande

Putin, la meteorologia e i messaggi inviati all'occidente di Marinella Mondaini Putin, la meteorologia e i messaggi inviati all'occidente

Putin, la meteorologia e i messaggi inviati all'occidente

La rivolta sociale che non c'è di Giuseppe Giannini La rivolta sociale che non c'è

La rivolta sociale che non c'è

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

L'illusione ottica della "occupazione record" di Gilberto Trombetta L'illusione ottica della "occupazione record"

L'illusione ottica della "occupazione record"

FEMIVAD. Un nuovo festival in Africa contro l’emigrazione irregolare di Michelangelo Severgnini FEMIVAD. Un nuovo festival in Africa contro l’emigrazione irregolare

FEMIVAD. Un nuovo festival in Africa contro l’emigrazione irregolare

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Le guerre e i conflitti stanno aumentando di Michele Blanco Le guerre e i conflitti stanno aumentando

Le guerre e i conflitti stanno aumentando

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti