Donne e bambini legate ai pali dal regime di Kiev. Sull'incredibile giustificazione de la Stampa

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Donne e bambini legate ai pali dal regime di Kiev. Sull'incredibile giustificazione de la Stampa

 

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Per giorni abbiamo ricevuto queste immagini di bambini, donne, famiglie intere legate ai pali, denudati, picchiati, umiliati alla gogna.
 
Poiché abbiamo sempre controllato mille volte ogni fonte, rinunciando a pubblicare se non confortati da molteplici verifiche, (è arduo districarsi tra mille bufale di guerra), oggi, finalmente, La Stampa ci offre la conferma ufficiale.
 
Mentre Zelensky fa il suo show al Parlamento italiano, tra comparse plaudenti all'ingresso in guerra dell'Italia "per difendere l'Europa dall'invasione russa e difendere i valori della democrazia occidentale", nelle città ancora in mano alle truppe ucraine cosa sta succedendo?
 
La tecnica di inversione semantica della manipolazione linguistica chiama "deportati" i bambini, le donne, le famiglie che riescono a usufruire dei corridoi umanitari russi, sfuggendo al blocco delle brigate neonaziste che, secondo moltissime testimonianze dei rifugiati, ne stanno facendo scudo umano. Molti altri video mostrano civili ucraini uccisi brutalmente alle periferie delle città da cui stavano fuggendo.
 
Chi sono, quindi, i bambini e le ragazzine, legati ai pali avvolti dalla plastica, fissati da grossi nastri adesivi gialli (in altre foto e video che evitiamo di pubblicare - ma che mette proprio la Stampa - vengono abbassati i pantaloni e i volti deturpati)?
 
 
Ce lo spiega La Stampa, così, semplicemente, senza neppure tentare di giustificare lo scempio e la violenza che si consuma nelle città ancora in mano agli ucraini.
 
 
 
Scrive la Stampa mostrando un video "che contiene immagini sensibili":
 
"Il pugno duro dell'Ucraina contro i saccheggiatori, il consigliere del ministro degli Interni: "Uccisi sul posto o legati a pali"
 
Il consigliere del ministro degli Interni dell'Ucraina Vadim Denisenko ha affermato di non considerare "selvaggio in tempo di guerra il maltrattamento dei saccheggiatori che vengono colti in flagrante, legati ai pali, filmati e i cui video vengono pubblicati su Internet".  Denisenko ha dichiarato: “Non credo che legare e mettere alla gogna un predone sia considerato selvaggio in tempo di guerra. Purtroppo le forze di polizia non bastano. La polizia non può arrivare sempre in tempo". Secondo il consigliere del ministro degli Interni dell'Ucraina, il saccheggiatore dovrebbe capire che "otterrà ciò che merita". “Prima sarà legato a un palo, poi sarà imprigionato per 15 anni. Tali azioni hanno un effetto maggiore sui saccheggiatori rispetto alla minaccia di una punizione penale. La punizione 'qui e ora' è un sistema preventivo che funziona", ha detto ai giornalisti.  Sul tema era intervenuto anche l'ambasciatore ucraino a Londra, Vadim Pristaiko, in un'intervista al Times agli inizi di marzo. Come riporta il quotidiano inglese "i saccheggiatori nelle città ucraine saranno fucilati sul posto per il timore che la Russia utilizzerà tattiche d'assedio e innescare rivolte e far morire di fame il paese". La paura del governo di Kiev è che i cosiddetti saccheggiatori siano in realtà sabotatori russi infiltrati in Ucraina già prima dell'inizio dell'invasione per mettere in ginocchio la popolazione e l'approvvigionamento di beni di prima necessità".
 
Quindi questi bambini legati ai pali e fucilati sul posto sarebbero "rom o saccheggiatori di beni di prima necessità"?
 
Anche se questa versione fosse corretta, stiamo parlando di bambini e ragazze che hanno fame o che sono perseguitati per ragioni etniche.
 
Non vi fa orrore? Lo capite cosa avete applaudito ieri in Parlamento?
 
E se questi ragazzini invece di rubare un tozzo di pane stessero tentando di scappare dal sequestro delle truppe neonaziste per farne scudi umani? 
 

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Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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