Ecco quali sarebbero le conseguenze del taglio dei parlamentari
di Gilberto Trombetta
I cittadini del Lazio passerebbero da 1 deputato ogni 95.000 abitanti a 1 ogni 153.000 (+61%) e da 1 senatore ogni 197.000 a 1 ogni 306.000 (+55%).
Gli abitanti della Campania passerebbero da 1 deputato ogni 96.000 abitanti a 1 ogni 152.000 e da 1 senatore ogni 199.000 a 1 ogni 320.000.
Un cittadino della Lombardia da 1 deputato ogni 198.000 aitanti a 1 ogni 313.000 e da 1 senatore ogni 95.000 a 1 ogni 152.000.
Mentre Valle d’Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano, per esempio, vedrebbero sostanzialmente invariato il rapporto tra popolazione e rappresentanti.
Questo produrrebbe evidentemente delle ingiustificabili sperequazioni tra gli abitanti di Regioni diverse.
Creando di fatto cittadini di serie A e cittadini di serie B.
È quello che accadrebbe se passasse il sì al taglio dei parlamentari al Referendum del prossimo 29 marzo.
Cioè se noi cittadini indirizzassimo quella giusta e incontestabile insoddisfazione - anche rabbia - nei confronti dell’attuale classe politica, anziché verso di loro (sostituendoli con rappresentanti più capaci e soprattutto espressione diretta della sovranità popolare), verso la Politica stessa.
Cioè verso noi stessi.
Perché barricare nel palazzo una delle peggiori classi politiche che abbiamo mai avuto, rendendo clamorosamente più difficile per ognuno dei nostri voti contare, sarebbe un regalo immeritato proprio a questi politici.
Ma sarebbe soprattutto un maldestro sgambetto a noi stessi.
Solo maldestro riuscirei a definire un voto – quello favorevole al taglio dei parlamentari – che comporterebbe nei fatti quasi il dimezzamento del valore, del peso, di ognuno dei nostri voti.
Ecco perché al Referendum, se ci teniamo al nostro potere politico, l’unico voto possibile è quello per il no al taglio dei parlamentari.
Quello del no al taglio della rappresentanza, della sovranità popolare e della democrazia.
[tabella elaborata dal professor Felice Besostri, Costituzionalista https://www.socialismoitaliano1892.it/2020/02/20/italiani-di-serie-a-b-e-c-una-riflessione-di-felice-c-besostri/]