Germania, segnalate gravi reazioni avverse in una RSA dopo la terza dose

Germania, segnalate gravi reazioni avverse in una RSA dopo la terza dose

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In Israele la terza dose è già una realtà. Altri procederanno a breve all’inoculazione di una terza dose di vaccino, dicono necessaria per rafforzare l’immunità che inizia a scendere dopo i cinque mesi dalla seconda dose. Parliamo del vaccino mRNA di Pfizer, visto gli unici dati in merito ci giungono dal topo di laboratorio della Pfizer. 

Nulla sappiamo riguardo la sicurezza di questa terza dose. Potrebbe comportare nuovi o più forti effetti collaterali?

Dalla Germania giungono notizie non proprio rassicuranti in merito. Come riporta Giubbe Rosse: «Su un totale di 90 ospiti di una RSA di Oberhausen-Holten vaccinati con la terza dose, nove hanno avuto reazioni avverse così gravi da richiedere un trattamento. Due di essi hanno avuto addirittura bisogno di una rianimazione tre giorni dopo il richiamo. Il comune, interrogato dall'emittente WDR, ha informato che circa il 10% delle persone vaccinate con la terza dose presentava condizioni patologiche serie, "principalmente sotto forma di disturbi cardiovascolari, respiratori e neurologici".
L'ufficio distrettuale dell'Associazione dei medici dell'assicurazione sanitaria del Nord Reno ha deciso di inviare una lettera ai medici dell'associazione per informarli di questi incidenti. Tra le altre cose, nella lettera si chiede "di decidere, in qualità di medici, se aspettare una raccomandazione formale da Stiko o da EMA o se le terze dosi sono ora come ora così urgenti per i pazienti da essere eseguite senza una raccomandazione". In conseguenza di questa lettera, un medico di famiglia di Oberhausen, Peter Kaup, oggi non ha somministrato la terza dose ai suoi pazienti residenti di una RSA. Preferisce aspettare il via libera dalla Commissione vaccinale permanente della RKI. Una terza dose "da eseguire rapidamente senza una raccomandazione non è comprensibile da un punto di vista medico", ha detto a WDR. Anche il centro di vaccinazione di Mülheim sta limitando il numero di vaccinazioni a causa degli incidenti. Per il momento, riceveranno una dose di richiamo solo le persone con più di 80 anni che abbiano ricevuto la seconda dose più di sei mesi fa». 

Quanto osservato in Germania è stato commentato anche dal dottor Cosentino: «La Norvegia mise in guardia a inizio anno dalla vaccinazione indiscriminata degli anziani fragili, dopo aver identificato un ruolo probabile o possibile del vaccino nel provocare il decesso di 1 su 900 vaccinati tra i ricoverati in residenze per anziani. Che ora dei richiami ravvicinati possano provocare problemi analoghi non sarebbe così sorprendente, anche se queste prime notizie vanno ovviamente valutate e confermate in modo da consentirne un corretto inquadramento. Nel frattempo, rimane a mio modo di vedere l'estrema gravità della prospettiva di autorizzare una terza dose senza evidenze di efficacia clinica. E il punto non è di vicariare la mancanza di evidenze cliniche dirette con valutazioni epidemiologiche per loro natura mai del tutto chiare e sempre in qualche misura opinabili, bensì di averle, quelle evidenze cliniche. E che non si dica che la situazione è tale da non consentirci di ottenerle, semplicemente non c'è la volontà politica». 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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