I leader del G20 chiedono cessate il fuoco a Gaza e in Libano
Il cessate il fuoco “globali” a Gaza e in Libano, la necessità di cooperazione sul cambiamento climatico, la riduzione della povertà e la tassazione degli ultraricchi, sono stati i tre temi cardini della dichiarazione finale dei leader del G20, le principali economie del pianeta.
In primis, i leader del G20 hanno chiesto un cessate il fuoco “completo” a Gaza, in linea con una risoluzione delle Nazioni Unite proposta dagli Stati Uniti che sollecita la cessazione permanente dei combattimenti in cambio del rilascio di tutti i prigionieri tenuti da Hamas.
Nel documento si invita ad eliminare “tutte le barriere” che attualmente impediscono l’ingresso di assistenza umanitaria “su larga scala” nell’enclave costiera e si condanna “la sofferenza umana e gli impatti negativi della guerra” che da più di un anno devono affrontare i palestinesi.
Non sono mancate la preoccupazione per “l’escalation in Libano” e, a tal proposito, è stato chiesto un cessate il fuoco che consenta “ai cittadini di tornare sani e salvi alle loro case su entrambi i lati della Linea Blu”, una linea di demarcazione che divide il Libano da Israele e dalle alture del Golan occupate.
Lula: la povertà e la fame sono "il prodotto di decisioni politiche"
Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva prima del summit aveva posto in evidenza il tema della povertà e della fame nel mondo, sottolineando che tali sfide "non sono il risultato della scarsità o di fenomeni naturali", ma il "prodotto di decisioni politiche".
Nella dichiarazione finale del gruppo è stata approvata la cooperazione per tassare in modo efficace gli "individui con un patrimonio netto ultra-elevato".
L'Argentina, da parte sua, in merito ha espresso un parziale dissenso su diversi punti della dichiarazione finale del G20, compresi i contenuti relativi alla precedente agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite entro il 2030, che Milei ha definito "un programma sovranazionale di natura socialista".