I turisti russi in Italia saranno un lontano ricordo. Le parole di Putin in Dagestan
di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico
I giornali italiani, attentissimi ai movimenti di Putin ogni minuto e ogni giorno, hanno subito scritto ieri che “Putin oggi ha lasciato Mosca per andare nella repubblica caucasica del Dagestan”. E' al popolo che impediscono di guardare le tv russe, l’Ue le ha “democraticamente” chiuse con l’accusa di fare “disinformazione e propaganda pro Cremlino”, ma loro possono, le seguono, spiano ogni mossa e umore, anche per sapere come imbastire la loro propaganda anti russa e propinarla al popolo come verità.
Putin ieri si è incontrato con il capo della repubblica del Dagestan, Serghej Melikov e le altre autorità locali, per discutere dello sviluppo del settore turistico. Turismo e non a caso. Ma i cosiddetti giornalisti italiani non scrivono, nemmeno oggi, quello che ha detto Putin. In compenso insinuano che sia andato “un sosia di Putin” in Dagestan!
Ecco ciò che ha detto il presidente russo:
“Le sanzioni, la russofobia, le limitazioni imposte da diversi paesi occidentali, fomentate dalla russofobia, hanno cancellato i paesi occidentali dall’elenco dei paesi turisticamente attraenti per i russi. I paesi occidentali in pratica si sono cancellati da soli, perdendo soldi, reputazione e fiducia. Perciò il turismo interno alla Russia si sta sviluppando moto intensamente”
Immagino sia troppo doloroso scriverlo, oppure più verosimilmente, non è permesso da chi tira i fili delle marionette, perché scrivendolo farebbero intravedere così l’idiozia e l’ottusità della politica Ue e italiana, basata su una russofobia da guerra.
Una politica in sostanza anti italiana.
Putin in Dagestan è stato accolto e festeggiato da una folla in visibilio. Senza osservare le distanze, Putin è andato a parlare con le persone, oserei dire impazzite di felicità che lo osannavano, chiedevano foto e non volevano lasciarlo andare.
Un altro importante momento della visita in Dagestan di ieri, giornata in cui si onorava il Sacrificio, una delle due più importanti feste musulmane: Putin si è recato a Derbent, considerata una delle città più antiche del mondo, è anche la città più meridionale della Federazione Russa, sorge sulla riva occidentale del Mar Caspio. Derbent è chiamata la “culla delle tre religioni”
A Derbent il presidente russo ha visitato la moschea Džuma, la più antica della Russia e del mondo, costruita negli anni 733-734 a.C., dove il Mufti della Repubblica del Dagestan, Zapir Salimov gli ha fatto dono del Corano, il libro sacro per i musulmani. Putin ha ringraziato stringendolo al petto, rispondendo che “troverà il suo degno posto al Cremlino”. E subito dopo ha fatto questa dichiarazione: “Questo libro sacro musulmano deve essere sacro anche per tutti gli altri. Sappiamo che in altri paesi fanno diversamente, non rispettano i sentimenti religiosi delle persone e in più dicono che questo non è un crimine. In Russia è un crimine, sia secondo la Costituzione Russa, sia secondo l’art. 282 del Codice Penale della FR. Un crimine, disprezzo e incitamento all’odio interregionale e interconfessionale. Noi osserveremo sempre queste regole legislative.
Ricordo che l’altro ieri l’agenzia France Press, citando le forze dell’ordine locali, aveva riferito che la polizia svedese ha consentito un’azione di protesta con il rogo del Corano vicino alla moschea principale di Stoccolma il primo giorno della festa del Sacrificio.
Putin ha sottolineato che "i musulmani sono nostri fratelli, la Federazione Russa è un paese multinazionale, multiconfessionale ma unito”. L’Occidente potrebbe imparare dalla Russia la vera tolleranza e l’amore per il prossimo.
FONTI
http://kremlin.ru/events/president/news/71546