I voli di aerei spia e droni della NATO vicino alla Crimea sono aumentati del 60% dal 2018
L’incredibile attacco del presidente Biden al suo omologo Putin e tutta la Russia rappresentano solo l’esplicitazione senza più infingimenti della rinnovata aggressività di Stati Uniti e Nato nei confronti della Russia.
Ma in realtà le provocazioni nei confronti di Mosca vengono portate avanti dai settori atlantisti praticamente senza soluzione di continuità.
Ad esempio, il numero di voli di aerei spia della NATO vicino alla penisola di Crimea è aumentato del 60% dopo una provocazione nello stretto di Kerch nel 2018, ha detto il vice ministro della Difesa russo Andrei Kartapolov in una tavola rotonda sulla riunificazione della Crimea con la Russia tenutasi giovedì al Consiglio della Federazione, come riferisce l’agenzia TASS.
La presenza militare della NATO nella regione del Mar Nero è cresciuta notevolmente dopo la riunificazione della Crimea con la Russia, ha spiegato il dirigente russo.
"Navi, aerei da ricognizione e droni statunitensi si avvicinano regolarmente ai confini russi. Dopo la provocazione Kerch della Marina ucraina nel novembre 2018, l'attività della NATO nella regione si è ulteriormente intensificata. Il numero di voli di aerei spia è cresciuto del 40% nella regione e del 60% vicino alla penisola di Crimea", ha detto il vice ministro della Difesa.
Nello stesso anno, i servizi di sicurezza ucraini hanno sequestrato due navi russe: il peschereccio Nord e la petroliera Mechanic Pogodin. Il 25 luglio 2019, il servizio di sicurezza ucraino ha fermato la petroliera russa Nika Spirit nel porto di Izmail nel Mar Nero, nella regione di Odessa, dove è arrivata per riparazioni.