Il 31 gennaio Draghi a Genova per il PNRR: prepariamo la giusta accoglienza
Sandro Pertini alla grande manifestazione a Genova nel 1960 che provocò la caduta del governo fascista Tambroni
Il 31 Gennaio il presidente del Consiglio dovrebbe venire a illustrare i contenuti del PNRR a Genova, semprecché non cambi qualcosa con la sua probabile elezione a Presidente della Repubblica. Non crediamo gli convenga restare al governo nella situazione esplosiva che ha abbondantemente contribuito a determinare, pertanto se ce la farà, lascerà qualcun altro a raccogliere i frutti avvelenati del disastro che verrà.
Una seria e nutrita manifestazione di protesta, sarebbe una grande occasione di riscatto per una città che è stata medaglia d’oro partigiana, fulcro di immensi scioperi generali, grandi lotti sociali e sindacali che ebbero il proprio culmine negli anni ‘60/70. Una città che fu scintilla della caduta del governo fascista Tambroni. A 40 km da qui, in quel di Stella (SV), nacque Sandro Pertini, il più grande e amatissimo Presidente della Repubblica Italiana. La città dei camalli, delle immense lotte dei lavoratori portuali. La città all’interno del famoso triangolo industriale, Milano-Torino-Genova, che ha prodotto la ricchezza dell’Italia del boom economico e dei diritti dei lavoratori.
Una città, Genova, che negli ultimi 30-40 anni ha conosciuto solo declino, imbarbarimento, regressione, tristezza. Una città che oggi non sembra avere più nulla da dire e da dare. Una popolazione di anziani ricchi, è la città più vecchia d’Europa e quella con la rendita procapite più alta d’Italia, dove gli unici servizi in espansione sono quelli per la cura agli anziani. Una città mortifera, asfittica, triste, isolata, maleducata, ormai ricordata non per il suo glorioso passato remoto ma per il suo inglorioso passato prossimo. La mattanza della Diaz, l’uccisione di Carlo Giuliani, il declino industriale, la disoccupazione, la strage del Ponte Morandi, il degrado delle infrastrutture, le alluvioni causa della scellerata cementificazione che continua ancora. Una città in cui nessuno che non ci sia nato vorrebbe vivere.
Però oggi, forse a causa dell’esasperazione per un regime ottuso e crudele di diritti negati, di repressione; uno Stato vendicativo, autoritario, fazioso, nemico dei cittadini liberi e solo compiacente con i servi ubbidienti e proni; un vero e proprio regime oscurantista…
Però oggi nei caruggi e attorno al porto qualcosa sembra reagire sotto le macerie. Non sappiamo se sarà il riscatto, ma qualcosa di muove. Abbiamo visto la grande protesta dei portuali contro lo strumento di repressione e discriminazione chiamato ipocritamente green pass e prima ancora contro le navi che trasportano morte, armi di distruzione. La buona partecipazione alle proteste del sabato contro il suddetto green pass, ancora attiva e affollata dopo 28 lunghe settimane. Le innumerevoli e accese proteste locali per le dozzine di anacronistici problemi da città del “terzo mondo”, a dispetto della sua ricchezza procapite.
Con l’ottimismo della volontà cerchiamo perciò di fare tutti la nostra parte e cogliere l’occasione della visita di Mario Draghi in città per fargli sapere che Genova vuole tornare ad essere una città LIBERA, VIVA, UMANA.
Mina Mini matilda.collettivo@gmail.com