Il crollo del potere di acquisto e la crisi dei ceti medi e popolari
di Federico Giusti
Il rincaro dei prezzi energetici è uno dei principali fattori di rischio per l'economia e la ripresa dell’inflazione.
I prezzi dei prodotti energetici, dopo i folli rincari successivi all'esplosione della guerra in Ucraina, sono rimasti comunque elevati.
Negli ultimi mesi è andata riducendosi la crescita tendenziale dei prezzi al consumo; ma ricordiamo che nello scorso autunno la crescita era stata tra l'11 e il 12% e il potere di acquisto nel frattempo non è mai stato recuperato e non lo sarà di certo con i prossimi rinnovi contrattuali che non terranno conto del costo della vita includendo nella quantificazione i costi energetici.
ll prezzo del gas è cresciuto, alcune statistiche ipotizzano del 500%, è evidente poi l’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse che hanno determinato il fortissimo rallentamento della crescita con previsioni costantemente riviste al ribasso e un paese economicamente forte come la Germania da due anni in recessione. Lo scorso anno si è chiuso con la previsione di crescita dell'economia per il 2024 attorno allo 0,5%.I salari stanno perdendo potere di acquisto, aumentano le famiglie in povertà relativa e assoluta, al contrario le imprese si sono protette dai rincari traslandoli a valle, il costo del lavoro è cresciuto di poco al contrario dei margini di profitti.
La BCE ha risposto alla crescita della inflazione aumentando per mesi i tassi di interesse che hanno accresciuto i costi a carico delle famiglie e delle aziende.
Il credito a famiglie e imprese nel corso degli ultimi due anni ha subito un forte rallentamento per il rincaro dei mutui, tenete conto che i debiti contratti dalle famiglie con le banche sono prevalentemente legati a piccoli prestiti (per emergenze sanitarie o perfino per pagare l'affitto e l'acquisto di una auto usata). o all'acquisto di una abitazione (se i prezzi delle case rincarano parallelamente ai tassi di interessi anche la domanda diminuisce)
Perfino i prestiti alle imprese risentono del rallentamento degli investimenti oltre alla atavica dinamica della piccola e media impresa a investire ben poco nei processi di innovazione tecnologica pensando che la soluzione dei problemi sia solo la contrazione del costo del lavoro o aiuti fiscali statali. .