Il Falso delle "fosse comuni" e l'espulsione dal Consiglio diritti umani Onu: il precedente della Libia nel 2011

5991
Il Falso delle "fosse comuni" e l'espulsione dal Consiglio diritti umani Onu: il precedente della Libia nel 2011

 

di Marinella Correggia

 

Il 25 febbraio 2011 – poche settimane prima dell’avvio dei bombardamenti Nato - la Libia viene espulsa dal Consiglio dei diritti umani Onu di Ginevra, ed è la prima volta nella storia di quest’organo dell’Onu, i cui membri sono a rotazione.  La Russia è dunque arrivata seconda. Si vede che tutti gli altri paesi sono buoni, anche chi ha martoriato interi popoli a suon di bombe e sfruttamento coloniale.

Nel caso libico, strumentalmente si rivela utilissima la richiesta di 70 Ong “Appello urgente ai leader mondiali per fermare le atrocità in Libia” (https://unwatch.org/urgent-ngo-appeal-to-world-leaders-to-prevent-atrocities-in-libya/). Nella richiesta si riportano “notizie” terribili. Molte di queste Ong non ne sanno nulla ma si sono accodate alla fino ad allora ignota Lega libica per i diritti umani (oltre al grande burattino statunitense che è UN Watch). Il suo coordinatore - in seguito diventato ambasciatore del governo insediato a Tripoli dalla guerra Nato - qualche mese dopo cade in contraddizione e rivela agli autori dell’importante documentario La Guerre Humanitaire (https://www.youtube.com/watch?v=koYzkEWHtQA) che no, non c’era alcuna prova...aveva ascoltato quanto riferivano i “ribelli”.

Una confessione che passa inosservata e comunque è troppo tardi, la Nato è a buon punto, a suon di bombe, nel regime change in Libia.

Una modesta “Lega libica per i diritti umani” può scatenare una guerra grazie ai suoi contatti alle Nazioni unite? No. Ma di certo può dare ai governi guerrafondai il necessario supporto etico per parlare di intervento “umanitario”.  Insomma un perfetto corto circuito di attori.

La Libia nel 2011 è stata un esempio da manuale su come può funzionare un “poligono di tiro dei buoni”: corto circuito fra governi all’Onu, organizzazioni non governative libiche e internazionali, media mainstream e loro inviati embedded con i ribelli, reti sociali, opinion makers, diplomatici libici passati all’opposizione e gruppi armati presi come fonti certe.

E vediamo il susseguirsi di denunce di stragi massacri e via dicendo.

Il 22 febbraio, pochi giorni dopo l’inizio della rivolta, la tivù satellitare Al Arabyia denuncia via Twitter un massacro: “10mila morti e 50mila feriti in Libia”,  con bombardamenti aerei su Tripoli e Bengasi e fosse comuni (https://www.repubblica.it/esteri/2011/02/23/dirette/libia_23_febbraio-12794693/). La fonte è Sayed Al Shanuka, che parla da Parigi come membro libico della Corte penale internazionale – Cpi (http://www.ansamed.info/en/libia/news/ME.XEF93179.html ).“Il mondo parli con una sola voce”, tuona il premio Nobel per la pace Barack Obama.

Qualche giorno dopo è Alì Zeidan, della Lega libica per i diritti umani, a parlare di 6.000 morti.

La “notizia” dei 10.000 morti non è corredata da alcuna immagine di una tale ecatombe, malgrado la massa di telefonini nelle mani dei cosiddetti ribelli. Ma fa il giro del mondo e contribuisce a offrire la principale giustificazione all’intervento del Consiglio di Sicurezza e poi della Nato: per “proteggere i civili”. Non fa il giro del mondo invece la smentita da parte della stessa Corte Penale internazionale: “Il signor Sayed Al Shanuka – o El Hadi Shallouf – non è in alcun modo membro o consulente della Corte”(http://www.icc-cpi.int/NR/exeres/8974AA77-8CFD-4148-8FFC-FF3742BB6ECB.htm). In pratica la fonte indicata smentisce ma nessuno se la fila.

Al Jazeera e la Bbc sempre il 22 febbraio affermano che il governo libico ha condotto “bombardamenti aerei a Bengasi e Tripoli”. Ma i satelliti militari russi che hanno monitorato la situazione fin dall’inizio non hanno rilevato nulla e del resto non si vedono segni di alcuna distruzione inflitta da forze aeree ( http://rt.com/news/airstrikes-libya-russian-military/ e http://www.youtube.com/watch?v=iytgO0tscSI).

Fra il 22 e il 23 febbraio rimbalzano ovunque le immagini (eccole: https://www.youtube.com/watch?v=doH49UJ52e0 da 0:07 a 0:25) di “decine di fosse comuni scavate sulla spiaggia di Tripoli per seppellire le vittime” della repressione di Gheddafi

 (https://www.corriere.it/esteri/11_febbraio_23/libia-cronaca_1938f84a-3f45-11e0-ad3f-823f69a8e285.shtml ). Si scopre l’inganno molto presto: sono in realtà tranquille immagini del rifacimento di un cimitero sulla costa e risalgono al 2010. Non per niente l’originario mittente, One day on Earth, le ha rimosse (https://www.onedayonearth.org/profiles/blogs/mass-burial-tripoli-libya-feb).

Le “fosse comuni” tornano, nel mese di settembre 2011: i “ribelli” alleati della Nato sul terreno annunciano di aver scoperto una fossa comune vicino al carcere di Abu Slim. Peccato che si tratti di ossa di cammello di un locale mattatoio, affiorate (https://www.youtube.com/watch?v=-tpnrU8EBUQ e https://serenoregis.org/2011/09/30/fossa-comune-o-un-buco-con-alcune-ossa-animali-marinella-correggia/). Ma ormai la guerra è in avanzato stato di decomposizione della Libia e smontare le menzogne non danneggia più.

In seguito arriveranno altre notizie di efferati delitti (per esempio stupri di bambini e donne), mai documentati. E sempre, ovviamente, compiuti dai “mercenari di Gheddafi”.

Una storia da non dimenticare, Libia Nato 2011.

 

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La controffensiva di Trump in Medio Oriente di Giuseppe Masala La controffensiva di Trump in Medio Oriente

La controffensiva di Trump in Medio Oriente

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Interferenza degli Stati Uniti nel Congresso del PKK? di Michelangelo Severgnini Interferenza degli Stati Uniti nel Congresso del PKK?

Interferenza degli Stati Uniti nel Congresso del PKK?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele di Giorgio Cremaschi Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele

Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti