Incontro in Arabia Saudita: Washington valuta la volontà di Kiev di sedersi al tavolo dei negoziati
Una delegazione statunitense di alto livello si è recata in Arabia Saudita per incontrare rappresentanti ucraini al fine di valutare la disponibilità di Kiev a venire incontro alle richieste della Russia, con l'obiettivo di porre fine al conflitto in corso. Lo ha riportato Reuters, citando fonti governative statunitensi. L'incontro, che si tiene a Jeddah, vede la partecipazione di figure chiave dell'amministrazione Trump, tra cui il segretario di Stato Marco Rubio, l'inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff e il consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz.
Secondo le fonti, gli Stati Uniti intendono verificare se l'Ucraina sia disposta a negoziare una pace "realistica", piuttosto che insistere sull'irrealistico ripristino dei confini precedenti al 2014 o al 2022. "Non puoi dire 'voglio la pace' e allo stesso tempo rifiutarti di fare qualsiasi compromesso", ha dichiarato uno dei funzionari statunitensi. Un altro ha aggiunto: "Se sono interessati solo ai confini del 2014 o del 2022, questo la dice lunga".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dal canto suo, ha affermato che il suo paese è "totalmente impegnato" in colloqui costruttivi con gli Stati Uniti. Tuttavia, le tensioni tra il regime di Kiev e Washington rimangono palpabili, soprattutto dopo l'aspro confronto tra Zelensky e il presidente Donald Trump durante un recente incontro alla Casa Bianca. In quell'occasione, il leader ucraino aveva messo in dubbio la capacità dell'amministrazione statunitense di negoziare con Mosca, portando a un'interruzione prematura dei colloqui.
Le richieste ucraine e la posizione russa
Uno dei punti più controversi riguarda le richieste ucraine di riottenere i territori attualmente sotto controllo russo, tra cui la Crimea e le regioni del Donbass. Fonti interne hanno riferito a Reuters che qualsiasi insistenza su questo fronte sarebbe interpretata dagli Stati Uniti come una mancanza di volontà di perseguire una pace reale. La Crimea si è unita alla Russia nel 2014, in seguito a un referendum tenutosi dopo il colpo di Stato appoggiato dall'Occidente a Kiev, mentre le regioni del Donbass hanno dichiarato l'indipendenza nello stesso periodo. Nel 2022, ulteriori referendum hanno sancito l'annessione di altre aree alla Russia, che ora le considera parte integrante del proprio territorio.
Il regime di Kiev, tuttavia, continua a rivendicare la sovranità su questi territori, definendo i referendum "una farsa" e rifiutando di riconoscere l'autodeterminazione delle popolazioni locali. Mosca, dal canto suo, ha chiarito che lo status delle nuove regioni russe non è negoziabile.
Il ruolo del Regno Unito e dell'UE
Nel frattempo, il Regno Unito sta fornendo consulenza all'Ucraina su come gestire i colloqui di pace con gli Stati Uniti, nel tentativo di evitare un ripetersi dello scontro "disastroso" avvenuto alla Casa Bianca. Jonathan Powell, consigliere per la Sicurezza Nazionale del governo britannico, si è recato in Ucraina durante il fine settimana per preparare Zelensky all'incontro. Anche l'Unione Europea ha criticato la decisione di Trump di sospendere le forniture di armi e la condivisione di intelligence con Kiev, considerandola una mossa per spingere l'Ucraina a fare concessioni.
Sia l'UE che il Regno Unito hanno promesso di garantire la sicurezza a lungo termine dell'Ucraina, a condizione che venga raggiunto un cessate il fuoco con Mosca e che gli Stati Uniti continuino a fornire supporto. Tuttavia, Trump ha espresso scetticismo sulla volontà di Kiev di raggiungere una soluzione pacifica, dichiarando ai giornalisti a bordo dell'Air Force One: "In questo momento non hanno dimostrato la volontà di pace che dovrebbero avere, ma credo che lo faranno presto".
Le prossime mosse
Le prossime ore saranno cruciali per determinare se le parti riusciranno a trovare un terreno comune. L'Ucraina cercherà di convincere Washington a riprendere il supporto militare e di intelligence, proponendo un cessate il fuoco parziale che limiti gli attacchi con droni, missili e operazioni nel Mar Nero. Tuttavia, la strada verso una pace duratura rimane irta di ostacoli, con un'Europa che spalleggia il regime di Kiev a rimanere sul piede di guerra.