Istat, il presidente Blangiardo: "a marzo nel 2019 15 mila morti per polmoniti varie”
Ora è “negazionismo” l’odiosa accusa destinata a chiunque osi ridimensionare l'allarme scatenato dall'epidemia COVID19. “Negazionisti” inquisiti, addirittura dalla RAI, minacciati di espulsione da Internet, accusati di aver favorito il dilagare del contagio, e per i quali si prospetta, la galera.
Chissà ora se con lo stesso termine verrà etichettato il professore Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’ISTAT che, non su qualche sito terrapiattista ma, su l’Avvenire, nell’articolo “Coronavirus. Blangiardo (Istat): nel 2019 a marzo 15mila morti per polmoniti varie” così, tra l’altro, si esprime: "numeri alla mano, nello stesso periodo di tempo, l’anno scorso, sono morte più persone per malattie respiratorie che quest’anno per Covid-19."
Basteranno questi numeri (al pari delle analoghe considerazioni espresse da altri autorevoli esperti) per dare una calmata ai tanti convinti di trovarsi, oggi, davanti una ecatombe? Assolutamente no. Perché ad essi si direbbe non interessi confutare i dati reali ma semplicemente additare il panico generalizzato e le straordinarie misure intraprese dai governi come “prova” della gravità dell’attuale, inedita, epidemia. Un singolare modo di ragionare che permette alla terroristica campagna mediatica sul COVID19 di diventare una inoppugnabile “realtà” e che ha finito per trasformare anche numerosi intellettuali, fino a ieri fieri antagonisti del sistema, in entusiasti supporter delle più irragionevoli disposizioni di ministri, governatori e sindaci.
E così chi cerca di spiegare, ad esempio, i veri motivi che hanno imposto il cordone sanitario a Wuhan, i comportamenti dei governi, la spaventosa moria di malati in Lombardia, le strategie alternative per fronteggiare il contagio… comincia ad essere additato come “negazionista”; anzi, peggio, una sorta di untore da mandare in galera.
A proposito, ricordatevi di mandarmi le arance.
Francesco Santoianni