Kiev attacca l'elicottero di Putin, negoziati a rischio?

Le dichiarazioni shock del comandante della difesa aerea russa. La pioggia di missili russi su città e infrastrutture ucraine. Gli sciami di droni scagliati in profondità sul territorio russo. Altro che cessate il fuoco, guerra e negoziati vanno di pari passo!

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Kiev attacca l'elicottero di Putin, negoziati a rischio?


di Clara Statello per l'AntiDiplomatico

Il 20 maggio l’elicottero del presidente Vladimir Putin è stato nell’epicentro di una tempesta di droni e della contraerea russa, durante il suo viaggio nella regione di Kursk. Lo ha annunciato domenica mattina alla TV russa il comandante della divisione di difesa aerea, Yuri Dashkin.

"Mentre il presidente sorvolava l'oblast di Kursk, il nemico ha lanciato un attacco senza precedenti utilizzando droni. Il gruppo di difesa aerea in quest'area ha distrutto 46 UAV", ha spiegato il comandante. Inoltre, durante il volo dell’elicottero presidenziale, l'intensità dell'attacco "è aumentata significativamente". "Pertanto, abbiamo condotto contemporaneamente un combattimento antiaereo e garantito la sicurezza dell'elicottero presidenziale in volo. Il compito è stato portato a termine. L'attacco del drone nemico è stato respinto e tutti i bersagli aerei sono stati colpiti", ha affermato Dashkin.

Emerge dunque il tentativo dell’aviazione militare ucraina di eliminare fisicamente Putin subito dopo il primo round di negoziati diretti russo-ucraine, proprio mentre le parti lavoravano allo scambio di prigionieri 1000 per 1000 e al memorandum per la fine della guerra.

Il fatto che Mosca abbia rivelato l’episodio cinque giorni dopo, a scambio concluso, significa che neanche una provocazione di tale livello può interferire con il processo negoziale.

A che punto sono i negoziati?

Si è concluso oggi, con il rilascio di 303 prigionieri di guerra da entrambe le parti, lo scambio deciso al tavolo di Istanbul nel formato 1000 per 1000, il maggiore dall’inizio dei combattimenti.

Venerdì 23 maggio sono stati consegnati 270 militari e 120 civili. Tra questi, Kiev ha rilasciato 20 cittadini russi residenti del Kursk e 70 prigionieri politici ucraini, condannati per tradimento, collaborazionismo e reati collegati al sostegno all’aggressione russa. Secondo giornalisti ucraini e russi, i prigionieri politici ucraini sono stati selezionati tramite il database “Vado con il mio popolo”, creato dall’SBU nell’estate 2024 per facilitare la delazione, incoraggiare l’auto-confessione e costituire un fondo di scambio prigionieri. Non è nota l’origine dei restanti 30 civili liberati.

Il giorno successivo, lo scambio è avvenuto esclusivamente tra militari, con 307 prigionieri di guerra rilasciati da entrambe le parti.

Il completamento di questa fase è stato propedeutico alla prosecuzione dei negoziati. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov discuterà dei colloqui e della questione della sicurezza della navigazione nel Mar Nero, con il ministro degli Esteri turco Fidan dal 25 al 27 maggio a Mosca. Tass riferisce che il prossimo round di colloqui si terrà ad Istanbul, com’era prevedibile.

“La Russia si aspetta che lo scambio di prigionieri crei un clima favorevole per discutere di una soluzione alla crisi ucraina”, ha affermato il Ministero della Difesa.

Il prossimo passo sarà la consegna a Kiev del memorandum per una soluzione pacifica. Mosca ha dichiarato ieri che il documento è nella sua fase finale. Nonostante l’intensificarsi degli attacchi aerei da entrambe le parti, il processo negoziale prosegue.

L’intensificazione degli attacchi aerei

Dopo i colloqui di Istanbul, sono ripresi con rinnovato vigore gli attacchi aerei. Tra il 20 e il 22 maggio l’Ucraina ha lanciato un massiccio attacco in profondità sul territorio russo con droni contro obiettivi civili e infrastrutturali. Dashkin ha affermato che in questi tre giorni le forze difesa russe hanno abbattuto 1177 UAV ucraini.

Gli attacchi hanno provocato vittime tra i civili, tra cui una donna di 35 anni uccisa, tre bambini e un neonato feriti da un drone. Inoltre due HIMARS statunitensi hanno colpito la città di Lgov. L’obiettivo di questi attacchi è anche quello di mettere fuori uso gli aeroporti per mandare in tilt il traffico aereo russo, come avvenuto nei due giorni precedenti le celebrazioni per il giorno della vittoria.

Il ministero degli Affari Esteri (MID) russo quindi ha annunciato “ una risposta adeguata ai massicci attacchi terroristici” ucraini.

“A differenza della parte ucraina, saranno selezionati come obiettivi solo le strutture militari e le imprese del complesso militare-industriale”, spiega il comunicato del MID, avendo cura di sottolineare che “il nostro impegno fondamentale nella ricerca costruttiva di modi per raggiungere una soluzione pacifica attraverso il dialogo rimane immutato”.

La risposta della Federazione Russa è stata durissima. Per due notti consecutive, sabato e domenica, le forze armate russe hanno lanciato attacchi aerei combinati contro diverse regioni ucraine e in particolare contro Kiev. Secondo l’aviazione militare ucraina, nell’attacco di stanotte sono stati impiegati 69  missili cruise e balistici, tra cui Iskander, Kinzhal e Kalibr, oltre a missili lanciati dagli aerei. La maggior parte (45) sarebbero stati abbattuti.

Inoltre è stato condotto un attacco record con 298 droni, di cui 266 abbattuti.

Il ministero della Difesa russo ha annunciato il successo del massiccio attacco con armi ad alta precisione navali, terrestri e aeree contro “le imprese del complesso militare-industriale dell'Ucraina che producono componenti per armi missilistiche, componenti elettronici, esplosivi, carburante per razzi e droni d'attacco per le Forze Armate dell'Ucraina, nonché centri di radiointelligence e di comunicazioni satellitari”.

Colpiti impianti infrastrutturale e stabilimenti a Kiev, Cernigov, Kharkov, Ternopil, Nikolaev. Purtroppo gli attacchi hanno provocato vittime civili, almeno 12 morti tra cui tre fratellini di 17, 12 e 8 anni uccisi nel bombardamento di Zhytomir. I loro nomi erano: Roman, Tamara e Stanislav.

Dall’altro lato l’Ucraina ha continuato gli attacchi con droni sul territorio russo. Dalle 20 di sabato sera alle 7 di domenica mattina sono stati lanciati oltre 200 droni. Danneggiati diversi palazzi nella regione di Lipetsk e Tula. Colpito anche il campanile della cattedrale di San Nicola e Epifani, sempre a Tula. In altre regioni è stata avviata la modalità “tappeto” negli aeroporti.

La situazione sul campo di battaglia

L’esercito russo ha intensificato l’offensiva terrestre con l’obiettivo di creare una zona cuscinetto lungo il confine con la Russia, che riguarderà le regioni di  Odessa, Dnipropetrovsk, Nikolaev, Chernikov, Kharkov e Sumy. Negli ultimi giorni ha conquistato alcuni insediamenti a Sumy e Kharkov, mentre si avvicina minacciosamente a Dnipropetrovsk.

"Le truppe russe sono riuscite a mettere piede nella zona di Vesyolovka-Zhuravka-Novenkoye-Basovka e continuano a cercare di sfondare verso Belovody. Anche la situazione a Loknya rimane difficile", scrive il canale militare ucraino Deep State, colleganto al GUR.

Al fine di consolidare le proprie posizioni, le forze russe avrebbero ammassato tra 60.000 e 70.000 uomini al confine di Sumy e Kharkov, secondo SkyNews.

Il Telegraph parla di una nuova tecnica di “triplice strangolamento” adottata dall’esercito russo per mantenere una lenta ma costante avanzata. Prima viene lanciato un l'attacco via terra per immobilizzare le forze ucraine nelle loro posizioni. Poi i droni FVP, per limitare ulteriormente gli spostamenti e bloccare le vie di fuga. Infine le famigerate bombe plananti teleguidate (FAB) distruggono le fortificazioni. Le unità si trovano così davanti al dilemma di mantenere le posizioni, rischiando di restare sepolti sotto le macerie, o mantenere la mobilità, aumentando la propria vulnerabilità agli attacchi di droni.

Dall’altro lato le forze di Kiev tentano di entrare nelle regioni di Kursk e Belgorod, senza ottenere successo e subendo perdite di uomini ed equipaggiamento.

Negoziati a rischio?

Davanti alle richieste di cessate il fuoco incondizionato, Medinsky a Istanbul ha ricordato che nella storia guerra e negoziati vanno sempre di pari passo. In poche parole, ognuna delle parti utilizzerà le azioni militari per ottenere più territori e indebolire il nemico, in modo da aumentare la propria forza negoziale.

L’attuale recrudescenza dei combattimenti era prevedibile, fa parte della partita. Una partita che Mosca vuole e intende vincere, forte del suo vantaggio sul campo militare e dell’incapacità della coalizione pro-Kiev di utilizzare leve per consentire all’Ucraina di entrare con maggior forza nel processo negoziale.

 

 

Clara Statello

Clara Statello

Clara Statello, laureata in Economia Politica, ha lavorato come corrispondente e autrice per Sputnik Italia, occupandosi principalmente di Sicilia, Mezzogiorno, Mediterraneo, lavoro, mafia, antimafia e militarizzazione del territorio. Appassionata di politica internazionale, collabora con L'Antidiplomatico, Pressenza e Marx21, con l'obiettivo di mostrare quella pluralità di voci, visioni e fatti che non trovano spazio nella stampa mainstream e nella "libera informazione".

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