La Cina ha vinto il virus e i media italiani non ci stanno
Continua la guerra mediatica contro la Cina per neutralizzare, o almeno depotenziare, i guadagni in termini di soft power che Pechino sta realizzando grazie alla vittoria sul virus.
A pagina 15 del Corriere della Sera di domenica un articolo di Guido Santevecchi titolava: "La festa felice di giovani a Wuhan. Ma davvero la Cina ha vinto il virus?". Poi uno si legge l'articolo in cerca di ragioni che possano motivare quel punto interrogativo e non ne trova nemmeno l'ombra.
Se lo è inventato il titolista che, come chiunque abbia lavorato nella redazione di un grande giornale sa, deve attenersi rigorosamente alle direttive che scendono dall'alto, prescindendo dai contenuti del servizio.
E qui ha dovuto fare i salti mortali perché l'autore, con tutta la buona volontà, non può esimersi dal confermare che la campagna contro il covid ha effettivamente ottenuto risultati strabilianti. Può solo indorare la pillola facendo presente che le forze dell'ordine non hanno fatto rispettare le disposizioni per evitare l'affollamento dei giovani in piazza, attribuendo questo inusuale (per la Cina) lassismo al fatto che il regime aveva interesse a mostrare al mondo questo spettacolo di normalità (a sentire i corrispondenti occidentali, il popolo cinese è fatto di automi che si lasciano manovrare come marionette, nessuna manifestazione pubblica è mai spontanea...) E può solo rilanciare in chiusura il solito appello a una "indagine indipendente" sulle origini e sull'evoluzione del contagio.
Anche se è interessante notare che oggi pochi hanno ancora il coraggio di sollevare il punto alludendo alle "gravi responsabilità" di Pechino: ci si limita più, modestamente, a dire che dall'esperienza cinese "si potrebbero trarre insegnamenti utili per tutti". A completare il lancio propagandistico, troviamo, sulla stessa pagina in taglio basso, un articolo di Mara Gergolet che non ha alcuna vergogna nell'affermare che "la seconda ondata sta consentendo agli Stati Uniti di confermarsi quella superpotenza di eccellenza qual è" (anche se con con i suoi milioni di contagiati e centinaia di migliaia di morti sta vivendo la peggiore catastrofe sanitaria della storia moderna dopo la Spagnola!?) e alla Ue di confermare di essere l'unica ancora di salvezza per le "piccole patrie" che, si spera, avranno finalmente capito che non resta loro altro che rinunciare a ogni residua volontà di autonomia... Arrivederci alla prossima puntata del bollettino di guerra.