La crisi di governo e la drammatica assenza di qualsiasi strategia o visione

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La crisi di governo e la drammatica assenza di qualsiasi strategia o visione

In contemporanea alla crisi di governo si consuma la crisi sempre più manifesta del partito che in Parlamento detiene la maggioranza relativa. Il Movimento 5 Stelle. Un partito che ormai pare aver smarrito la bussola e quindi procede a tentoni. 
Il presunto "compattamento" dei big del Movimento 5 Stelle ha avuto durata breve.
D'altronde, gli scenari che si prospettano per la soluzione della crisi di governo lasciano spazio a poche alternative, tutte devastanti per l'immagine mediatica e le dinamiche interne del 5 Stelle.
Ricordiamo che dopo aver rinviato gli Stati Generali e l'elezione del nuovo capo politico (a seguito delle dimissioni di Luigi Di Maio), dopo mesi di "scontri" social tra la cosiddetta area purista di Di Battista e quella "governista a tutti i costi" di Beppe Grillo (che ricordò il giorno della marmotta in risposta alla sua legittima richiesta di un'assemblea costituente per definire l'identità del Movimento), ad oggi non hanno né un capo politico né un organo collegiale.
Una parte di discussione degli Stati Generali si è svolta, con la gestione di avventura urbana (pianificatrice di conflitti sulle grandi opere), ma non ha portato,ad oggi, ad una modifica dello statuto, alla pubblicazione dei voti ottenuti dai delegati a partecipare anche a nome personale (tra cui Di Battista), alla presentazione delle spese sostenute (quanto è stata pagata avventura urbana nel momento in cui Davide Casaleggio denunciava il mancato introito mensile pattuito con i parlamentari?).

Ma, soprattutto, il movimento 5 stelle non ha espresso una leadership riconosciuta.

Perché questa premessa?
Perché la vacatio di una leadership ha portato molti parlamentari e iscritti ad adottare Conte come leader da seguire, benché non sia mai stato iscritto.

I parlamentari 5 Stelle, plausibilmente, perché sanno che ad una prossima legislatura non rientreranno in parlamento senza rendersi stampella di un partito di Conte.
Gli attivisti e gli iscritti, gli elettori, perché non sanno più a quale santo votarsi, privati drammaticamente di un'identità sociale e politica riconosciuta, di una visione e di poche ma ferree certezze.

Dopo un vergognoso spettacolino di scilipotiana memoria, da far sembrare Cirino Pomicino e De Mita grandi statisti, la situazione è sempre più stagnante.
Viene meno la possibilità di possibili ulteriori aperture al centro dopo la vicenda che coinvolge Cesa.
Sempre più problematico il rapporto con Mastella, la cui moglie manifesta una "convinta perplessità" sulla riforma della prescrizione di Bonafede.
Nessuna apertura al ritorno di Italia Viva, fino a ieri.

Fino a ieri, infatti,  erano sovrapponibili i post di Di Maio e l'intervista a Di Battista sul "Mai più con Renzi"

Oggi però Di Battista ribadisce che l'appoggio di Renzi ai Benetton contro la revoca di Autostrade è motivo in più per affermare il No a Renzi (d'altronde solo lui è andato a Rignano sull'Arno col bambino piccolo e il suo camper, lui ha dato il via alla campagna referendaria io dico no).
Ma rispunta Giorgio Trizzino.
Proprio e sempre lui: l'autore dell'appello ad un governo di unità nazionale allargato a tutti, pubblicato da Beppe Grillo.
In un flash governo, Trizzino dichiara:
“Se ci sono condizioni, riaprire dialogo con i renziani”. Chiarisce forse meglio Crippa, con un comunicato dell'ultima ora, dove afferma che non ci sono chiusure ai parlamentari di Italia Viva, ma solo a Renzi. Tentativo un po' maldestro di isolare Renzi e accogliere a braccia aperte i renziani senza Renzi, per salvare capre e cavoli.

Insomma, come dicevamo si naviga a vista per sopravvivere. Nessun progetto strategico o a lungo termine. Vivacchiare per non morire. 


p.s. Dopo appelli social di vari parlamentari, tra cui Pino Cabras che ha pubblicato un post molto ironico, il comunicato del Movimento 5 stelle sull'inizio dell'assemblea degli iscritti per procedere a votazioni a partire da martedì 26 gennaio: si dovrà modificare lo statuto e eleggere un organo collegiale di 5 membri. Vi terremo aggiornati sulle dinamiche che questo periodo di totale svolta del maggiore partito italiano scatenerà.

 

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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