La dichiarazione della Nuland che inquieta il regime di Kiev

La dichiarazione della Nuland che inquieta il regime di Kiev

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I nazionalisti ucraini sono preoccupati. Qualcosa si è inceppato nel meccanismo oliato che finora gli aveva garantito un potere assoluto e i benefici derivanti dal fiume di denaro che affluisce a Kiev per alimentare la guerra.

In note pregresse l’analisi di Indianpunchline sul viaggio del Capo del Dipartimento di Stato Tony Blinken a Kiev, sul quale sarebbe aleggiato lo spettro di un Endgame, e la rabbia dei falchi contro il capo della Cia Williams Burns e il Consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, accusati di frenare l’impegno Usa verso Kiev.

Sul Kyivpost una sorpresa dello stesso tenore. Secondo Stash Luczkiw, l’intervento di Victoria Nuland all’annuale Conferenza strategica europea di Yalta, tenutasi a Kiev a inizi settembre, ha suscitato allarme per una possibile svolta Usa sul sostegno all’Ucraina.

Dopo aver elogiato l’attuale numero due del Dipartimento di Stato per il suo sostegno irriducibile all’Ucraina, Luczkiw spiega che proprio tale prossimità rende la distanza palesata nel corso del suo intervento ancora più preoccupante.


La Nuland e i territori sotto il controllo dei russi

Intervenendo online a un convegno sul tema ‘Il percorso verso la vittoria: una visione del governo degli Stati Uniti’, scrive Luczkiw, la Nuland ha suscitato “allarme e preoccupazione. Non tanto per quanto ha detto, ma per come lo ha detto – esitante, cauta, evasiva – e per quello che ha strenuamente cercato di non dire – cioè che l’Ucraina deve vincere, che la Russia deve essere sconfitta, che l’Ucraina deve aderire alla NATO”.

“La moderatrice Natalia Gumeniuk ha fatto ripetute pressioni sulla Nuland affinché si avventurasse oltre la linea” ufficiale osservata dagli Stati Uniti –  condensata nella formula: staremo con l’Ucraina “per tutto il tempo necessario” – e “perché fornisse un quadro più chiaro del significato di ‘vittoria’ dal punto di vista di Washington”

“La Nuland si è concentrata piuttosto sul verbo ‘prosperare’: un’Ucraina vittoriosa deve essere un’Ucraina prospera, continuava a ripetere. Tuttavia ha precisato la sua visione affermando che gli Stati Uniti devono aiutare l’Ucraina ‘ad accelerare il processo di prosperità nelle zone dell’Ucraina non occupate‘”.

“Più volte nel corso dell’intervento ha fatto riferimento alle zone dell’Ucraina non occupate, come a sottolineare che la Russia occuperà alcune parti del territorio ucraino a lungo“.


Gli Usa potrebbero gettare l’Ucraina sotto l’autobus

“[…] Per mitigare le perplessità, si è peritata di ripetere che gli Stati Uniti resteranno a lungo al nostro fianco – anche se tutti sanno che gli impegni a lungo termine degli Stati Uniti spesso hanno difficoltà a sopravvivere a un cambio di guardia, soprattutto quando tale impegno diventa un tema elettorale, come lo saranno sicuramente gli aiuti all’Ucraina nel 2024”.

“Considerando che la Nuland è da tempo un’ardente sostenitrice della resistenza ucraina a Mosca, la cautela che si percepiva nelle sue dichiarazioni sembra essere stata imposta dall’esterno. Voci (normalmente diffuse da funzionari anonimi) suggeriscono che il Dipartimento di Stato americano sia più aggressivo di altri addetti ai lavori dell’amministrazione Biden come il direttore della CIA William Burns e il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan”.

“Dato l’attrito tra la lenta controffensiva [ucraina] e le problematiche proprie di un anno elettorale […] sembra come se Nuland stia preparando l’opinione pubblica ucraina a una sorta di accordo ‘creativo’ con Mosca“.

“Per quanto riguarda gli ucraini, il timore è che la Nuland e i suoi superiori siano tranquillamente disposti a gettare l’Ucraina sotto un autobus per preservare un qualche vantaggio egemonico percepito (forse sulla Cina?) – o almeno per preservare i numeri dei sondaggi di Biden nella prossima campagna elettorale presidenziale”.

Le preoccupazioni espresse da Luczkiw non si limitano ai nazionalisti ucraini. Anche il partito della guerra degli Stati Uniti nutre simili paure, tanto che oggi Jim Geraghty sul Washington Post lancia un severo monito all’amministrazione Biden in un articolo dal titolo: “Washington, non provare nemmeno a dire a Zelenskyj di scendere a compromessi”.


Duda: l’Ucraina sta annegando

La percezione che gli Stati Uniti possano fare un passo indietro è alquanto diffusa.  E ciò spiega il durissimo intervento del presidente polacco Andrzej Duda che, in una conferenza stampa tenuta a New York (location significativa), parlando del feroce dissidio con Kiev suscitato dal divieto di Polonia, Ungheria e Slovacchia di importare il grano ucraino, ha detto: “L’Ucraina si sta comportando come un uomo che sta annegando e si aggrappa a tutto ciò che può [..] Una persona che sta annegando è molto pericolosa, può trascinarti negli abissi… può far annegare il soccorritore”.

E ha concluso: “Dobbiamo prenderci cura dei nostri interessi e lo faremo in modo efficace e deciso”. Parole ferme, tanto che Zelensky lo ha tacciato di connivenza con i russi, gettando altra benzina sul fuoco. Di oggi l’annuncio di Varsavia che non invierà più armi a Kiev.

Certo, a tema è la questione del grano. Ma la metafora usata da Duda descrive ben altro che un dissidio granario. Insomma, si registra un braccio di ferro all’interno dell’Impero – e nelle colonie – sulla prosecuzione della guerra. Vedremo.

Ps. Incidente di percorso durante l’incontro Zelensky – Netanyahu a New York. Il premier israeliano è solito accompagnare suo discorsi con illustrazioni, annota Haaretz. Così ha chiesto al suo staff una mappa dell’Ucraina, ma gli hanno dato una cartina geografica degli anni ’60, quando ancora Kiev era nel blocco sovietico… errore alquanto singolare, data la rarità di tali cartine. Ma qualcuno se ne è accorto e ha scongiurato la gaffe, che resta, però, alquanto curiosa. Tali le bizzarrie della geostoria.

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