La sinistra dell'"Avanti Marshall" e gli appelli a salvare Leuropa

La sinistra dell'"Avanti Marshall" e gli appelli a salvare Leuropa

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di Gianpasquale Santomassimo

Si susseguono appelli sempre più accorati a salvare Leuropa (da se stessa, sembra di capire). Si raccolgono firme (di cui si ignora l'utilità) da parte di categorie distinte di europeisti in preda a una crisi di nervi. Possono venire da politici, di prima o seconda fila, da accademici profondamente inseriti nell'apparato clientelare che gravita attorno a Bruxelles, da intellettuali mainstream che esprimono l'ideologia di una cerchia di benestanti che non ha visto insidiato tangibilmente il suo benessere, come è accaduto invece al popolaccio di populisti e sovranisti di cui si depreca l'esistenza, senza neppure sforzarsi di capirne le motivazioni.

Ma gli appelli più patetici vengono da quella "sinistra" di altreuropeisti ormai avulsi da ogni rapporto con la realtà e che in forma pavloviana non sanno far altro che riproporre le proprie fantasie di Stati Uniti d'Europa, che nessuno vuole e che non si faranno mai. Fantasie già prive di senso in passato, quando c'era tempo e si poteva confidare nella gradualità di un processo lento, di Europa da cambiare dall'interno, ma che sono oscene e ridicole ora che il tempo a disposizione è finito. Quando perfino Draghi esorta gli Stati nazionali a riappropriarsi del proprio potere di intervento, insistere nella propria ideologia di neoliberalismo radicale, avverso agli Stati, proiettarsi in fantasie di governo "planetario" è solo testimonianza della propria estraneità alla politica. Schifata o ignorata dal popolo, la sinistra dell'"Avanti Marshall" procede incrudelendo ed estremizzando i suoi assiomi fallimentari.

Dal punto di vista politico sarebbe buona norma ignorarne l'esistenza, e ragionare in termini realistici, per salvare il salvabile di una costruzione europea che ha prodotto anche uno spazio civile a cui non si può rinunciare spensieratamente, in direzione di una confederazione di Stati sovrani dotati di autonomia e di strumenti di intervento.

Ma per motivi umanitari non credo si possa ignorare del tutto il dramma che si sta profilando in una cerchia ristretta di persone che discendono pur sempre da una grande storia lasciata alle spalle, e di cui si dovrà aver cura, approntando una sorta di metadone spirituale per allievare le drammatiche crisi di astinenza dal nobile sogno di Ventotene che sono all'orizzonte.

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