L'assurdità storica, economica e politica degli "Stati Uniti d'Europa". Alberto Bagnai

Il crociato federalista ha la sua "arma": le crisi premeditate. Con alcuni effetti collaterali...

3963
L'assurdità storica, economica e politica degli "Stati Uniti d'Europa". Alberto Bagnai


Sugli Stati Uniti d'Europa, la crociata di tutti coloro che vogliono chiudere gli occhi di fronte al dramma sociale in corso nel continente aspirando ad un'ipotetico quanto irrealizzabile stato federale nel continente, Alberto Bagnai sul Fatto Quotidiano scrive che ogni "crociato" che si rispetta ha la sua "arma". E per quelli della nostra epoca non è più uno spadone a due mani, ma la violenza è esercitata in modo più confortevole e indiretta: "provocando in modo deliberato crisi economiche che costringano il gregge ad andare dove pastore vuole", come aveva sostenuto anche il prof. Zingales arrivando a definire l'integrazione in corso un progetto criminale, basato appunto sull'uso di crisi premeditate. "La fede federalista, la granitica certezza che il 'più Europa' ci salverà, l’assoluta, incrollabile convinzione che anche se la strada è lunga, la meta del 'più Europa' sia così santa da giustificare qualche lieve danno collaterale (che tanto riguarda gli altri), si sbriciola come un wafer contro il granito della logica economica e politica: non si son mai visti dei vinti minacciare credibilmente i vincitori, dopo essersi legati le mani dietro la schiena col cambio fisso", scrive Bagnai. 
 
 
Qualsiasi proposta di “più Europa” comporta, sul piano tecnico, una volontà politica solidale che in Europa è sempre mancata e che le tensioni causate dalla crisi hanno amplificato in modo ormai irreversibile. Le tre strade comunemente indicate: (1) una “Bce simile alla Fed”; (2) gli eurobond di qualsiasi tipo; (3) politiche espansive del Nord; urtano tutte contro un limite che agli occhi dell’economista risulta ovvio. Tutte e tre comportano il trasferimento di risorse dal Nord al Sud, esattamente come comporterebbe trasferimenti simili l’esistenza di uno Stato federale europeo (che alla fine sarebbe politicamente insostenibile, esattamente come abbiamo visto da noi dopo svariate decine di anni di vano “più Italia” basato sui trasferimenti dal Nord e l’emigrazione dal Sud).
Una Bce più inflazionistica trasferirebbe risorse dai creditori ai debitori (sapete bene che l’inflazione svantaggia il creditore, che presta moneta “pesante” e viene rimborsato in moneta “leggera”, cioè dotata di minor potere d’acquisto); qualsiasi forma di mutualizzazione del debito comporterebbe uguali trasferimenti di risorse o garanzie da parte dei paesi del Nord; lo stesso vale, implicitamente, per qualsiasi politica espansiva del Nord. Il vantaggio competitivo della Germania deriva, come ammettono gli stessi economisti tedeschi, dalla precarizzazione del lavoro e dalla compressione dei salari. Compressione dei salari significa espansione dei profitti. Ci andate voi dai capitalisti tedeschi a dirgli che devono ridurre i propri profitti e pagare di più i propri lavoratori per fare un piacere a noi? Buona fortuna. Non bisogna mai dimenticare che qui la partita non è solo Italia-Germania (4 a 3), ma anche capitale-lavoro (1 a 0, perché l’arbitro, lo Stato, in questo momento gioca da una parte ben precisa). "La fede federalista, la granitica certezza che il 'più Europa' ci salverà, l’assoluta, incrollabile convinzione che anche se la strada è lunga, la meta del 'più Europa' sia così santa da giustificare qualche lieve danno collaterale (che tanto riguarda gli altri), si sbriciola come un wafer contro il granito della logica economica e politica: non si son mai visti dei vinti minacciare credibilmente i vincitori, dopo essersi legati le mani dietro la schiena col cambio fisso. 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano" di Giuseppe Masala Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

Il Poker delle monete è allo “stallo messicano"

1 maggio, le nuove frontiere del lavoro in Cina   Una finestra aperta 1 maggio, le nuove frontiere del lavoro in Cina

1 maggio, le nuove frontiere del lavoro in Cina

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest? di Francesco Santoianni Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Il fraintendimento più profondo sulla parola «liberazione» di Francesco Erspamer  Il fraintendimento più profondo sulla parola «liberazione»

Il fraintendimento più profondo sulla parola «liberazione»

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace di Michelangelo Severgnini Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti