Lavrov: il principale nemico della Russia è lo stato islamico non gli Stati Uniti

Lavrov: il principale nemico della Russia è lo stato islamico non gli Stati Uniti

Mentre gli Usa continuano a lavorare per danneggiare la Russia, Mosca risponde con la diplomazia

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di Eugenio Cipolla
 
Mentre gli Usa continuano a lavorare per danneggiare la Russia, Mosca risponde con la diplomazia. Sergey Lavrov lo ha detto molto chiaramente oggi. Intervistato da tre emittenti radiofoniche russe, Russia Today, Radio Eco Mosca e Radio Govorit Moskva, il capo della diplomazia di Mosca ha messo i puntini sulle i circa le posizioni del suo paese su alcune questioni calde.
 
 «Gli Usa? Io credo che lo Stato islamico sia il nostro più grande nemico in questo momento», ha detto Lavrov, facendo notare come «centinaia di cittadini europei, centinaia di americani combattono nelle file dell’Isis». Persone che secondo lui «stanno già rientrando. Vengono da noi per riposarsi dopo aver combattuto, e un bel giorno possono risvegliarsi e giocare brutti scherzi in patria».
 
Per questo motivo, stando alle dichiarazioni di Lavrov, negli ultimi tempi il dialogo tra Usa e Russia per costituire meccanismi comuni di interazione ed allerta nell’ambito della crescente minaccia terroristica si sarebbe fatto sempre più intenso. «Se sono interessati ad implementare tali meccanismi – ha precisato - ben vengano le loro proposte in tal senso, quasi certamente noi accetteremo». Ma i rapporti tra Washington e Mosca continuano a rimanere tesi. Su questo Lavrov è sembrato abbastanza categorico, affermando che «si tratta di questioni di stato, questioni di ordine mondiale, che devono essere risolte attraverso il dialogo».
 
Il ministro degli Esteri russo, poi, ha ribadito che qualsiasi forma di collaborazione non può prescindere da un atteggiamento diverso nei confronti del suo paese, che vede come una grossa minaccia il completamento dello scudo missilistico ai propri confini. «Non vedo minacce da parte della Cina come in generale non vedo minacce dall'Oriente, tranne una lo scudo missilistico: un sistema di difesa globale degli Stati Uniti creato sul territorio Usa , esteso in Europa fino alle regioni dell'Asia Nord-Orientale, che avvolge quasi per magia il perimetro dei confini della Federazione Russa».
 
Lavrov, inoltre, ha ammesso che Mosca sta fornendo armi a Iraq e Siria per combattere l’avanzata dell’Isis. «Stiamo aiutando tanto l'Iraq quanto la Siria, forse in maniera più efficace rispetto a qualcun altro, fornendo armi alle loro Forze Armate e ai loro apparati di sicurezza», ha spiegato in tono polemico, alludendo ai raid aerei condotti contro le postazioni jihadiste dalla coalizione internazionale guidata dagli Usa.
 
Infine la questione ucraina. Lavrov ha voluto sfatare il mantra occidentale secondo cui la Russia vuole prendersi un pezzo dell’ex repubblica sovietica. «L’Ucraina deve rimanere unita, ma può esistere solo come Stato che riconosce le diversità delle sue regioni e delle sue culture. Non è interesse di Mosca spaccare l'Ucraina, ma renderla neutrale in termini politico-militari, altrimenti la Nato andrà avanti con i tentativi di farne uno Stato anti-russo». 

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