L’"eminenza grigia di Kiev" e cosa si nasconde (davvero) dietro le dimissioni di Kuleba

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L’"eminenza grigia di Kiev" e cosa si nasconde (davvero) dietro le dimissioni di Kuleba


di Clara Statello per l'AntiDiplomatico

 

Dimissioni a raffica nel governo di Kiev in meno di 24 ore. Il presidente della Verkhovna Rada (il parlamento ucraino) Ruslan Stefenchuk da ieri sera ha ricevuto le lettere di rinuncia di:

- Dmytro Kuleba, Ministro degli Affari Esteri,

- Denis Malyuska, Ministro della Giustizia;

- Olexander Kamyshin, Ministro delle industrie strategiche,

- Ruslan Strelets, Ministro della Protezione dell'Ambiente e delle Risorse Naturali,

- Olga Stefanishina, vice Primo Ministro per l'Integrazione Europea ed Euro-Atlantica,

- Irina Vereshchuk,  vice Primo Ministro e Ministro per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati dell'Ucraina,

- Vitaly Koval, capo del Fondo del demanio dell'Ucraina.

Inoltre è stato rimosso anche il vice capo dell'ufficio presidenziale Rostislav Shurma. La pioggia di dimissioni non è la conseguenza del rapido deteriorarsi della situazione sul fronte Pokrovsk. Non deve essere vista come una crisi di governo, ma come un maxi rimpasto che in realtà era nell’aria già da mesi.

"Ho già parlato del rilancio della nostra leadership, dei ministri di molti ministeri, oggi abbiamo bisogno di una nuova struttura, e questi passi sono legati al rafforzamento del nostro Stato in diverse fasi", ha dichiarato il presidente Volodymir Zelensky.

Si parla della sostituzione di Shurma con Kamyshin, mentre Stefanishina dovrebbe andare alla Giustizia e Vereshuck all’ufficio del Presidente come vice capo per le politiche sociali. Domani sono attese le nuove nomine. Il capogruppo al parlamento del partito Servitore del Popolo, David Arakhamia, uomo di fiducia di Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che i cambiamenti riguarderanno il 50% dei componenti del governo.

Se le rimozioni avvenute negli scorsi giorni del capo del’aeronautica Mycola Oleshuck, del capo di Ukrenergo Vladimir Kudrytsky e del capo di stato maggiore del nuovo comando dei sistemi senza pilota, Roman Gradky (nominato venerdì 30 agosto e rimosso ieri) sono una conseguenza  delle difficoltà delle forze armate ucraine nella difesa aerea e del fronte del Donbass, il terremoto politico è solo in parte collegato all’andamento della guerra. La ragione più fondata è l’accentramento del potere nelle mani di un uomo solo, l’eminenza grigia dietro Zelensky.

Le dimissioni di Kuleba

Fa scalpore la lettera di rinuncia del ministro Kuleba, il top diplomatico che più di tutti ha incarnato la linea pro NATO e pro UE di Kiev e che ha coltivato rapporti con l’Occidente, in particolare con il capo della diplomazia statunitense, Anthony Blinken. Di una sua rimozione, tuttavia, si parlava già la scorsa primavera, dopo il clamoroso cambio ai vertici militari ucraini.

All’inizio di marzo Strana scriveva, citando fonti anonime vicine alla presidenza, che Zelensky stava valutando di spostarlo ad un altro incarico (forse come ambasciatore a Londra, poi assegnato al generale Zaluzhny) a causa di lamentele dell’ufficio del presidente, guidato da Andriy Ermak, sul servizio estero e sulla gestione delle ambasciate.

Più che motivi, però, questi sarebbero pretesti. La rimozione di Kuleba va vista come una delle tante mosse di Ermak per inserire i suoi uomini nelle principali cariche di governo e mantenere l’esclusiva sui rapporti con i partner Occidentali.

“In breve, a Bankova vogliono che tutti nel governo siano come il Primo Ministro Shmygal. Lavorate, non fate politica e non dite sciocchezze. Allora sarete notati e lodati o addirittura promossi! Chi si rende conto di ciò sta bene nell'attuale sistema di potere "militare". Coloro che non rientrano nei semplici criteri specificati, invece, verranno esclusi”, riferiva un’altra fonte a Strana.

Bloomberg scrive che adesso Kuleba “si concentrerà sul rafforzamento delle relazioni dell'Ucraina con la NATO”, senza specificare altro. Ipotizza che verrà sostituito dal suo vice, Andriy Sibiha, che per l’appunto è un uomo di Ermak. Dal 2021 fino a metà aprile era vice capo dell’Ufficio del Presidente. Il suo trasferimento al ministero degli Affari Esteri come vice di Kuleba ha sollevato i sospetti sul mantenimento del suo incarico.

In precedenza Zelensky aveva affidato al suo consigliere capo il cosiddetto piano di pace e l'impegno con il Sud del mondo. Ciò lascia pensare che da tempo Kiev si preparava alla sostituzione del ministro degli Esteri.

 Cosa aspettarsi dal maxi rimpasto

Da tempo il governo e perfino la Verkhovna Rada hanno cessato di essere “centri decisionali” in Ucraina. E’ l’ufficio del presidente ad aver concentrato su di sé questo potere. Quindi poco dipende dal rimpasto di governo e poco cambierà.

Ermak ormai è il vero ministro degli Affari Esteri. Chiunque sarà nominato al posto di Kuleba, non giocherà un ruolo determinante nella politica estera dell’Ucraina.

Le principali funzioni di questo rimpasto saranno due: distrarre dalla situazione disastrosa nel sud est dell’ucraina e scaricarne la responsabilità sui membri del gabinetto e su alcuni comandanti militati. Probabilmente è questa la ragione per cui è avvenuto proprio adesso.

“L’autunno sarà estremamente importante per l’Ucraina. E le nostre istituzioni statali devono essere configurate in modo tale che l’Ucraina ottenga tutti i risultati necessari. Per fare questo, dobbiamo rafforzare alcune aree del governo e le decisioni sul personale sono già state preparate", ha detto ieri il presidente.

La massiccia pulizia di governo mostrerà all’opinione pubblica che il presidente è consapevole dei problemi del popolo e per questo sta effettuando un reset di potere per organizzare un più efficiente lavoro degli apparati di Stato.

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