Lettera di oltre 1.400 accademici israeliani per porre fine alla guerra a Gaza
Oltre 1.400 accademici israeliani hanno firmato una petizione che chiede al governo di porre fine alla guerra genocida contro la Striscia di Gaza.
"Noi, docenti e personale amministrativo delle istituzioni accademiche israeliane, chiediamo al governo israeliano di porre fine alla guerra a Gaza senza indugio e di assicurare l'immediato ritorno degli ostaggi", si legge nella petizione, scritta in ebraico e in inglese, riportata anche dai media israeliani.
La petizione, intitolata "Un appello al governo israeliano per porre fine alla guerra e garantire il ritorno degli ostaggi", sostiene che la liberazione dei prigionieri israeliani detenuti da Hamas e la fine della guerra "sono imperativi morali e sono in linea con gli interessi israeliani".
I firmatari hanno affermato che l'attacco di Hamas del 7 ottobre ha concesso a Israele "il diritto di autodifesa contro tali atti nei limiti del diritto internazionale".
Tuttavia, questo scopo iniziale è stato esaurito, in parte perché il governo ha deliberatamente evitato di definire una visione strategica o politica al di là della guerra, puntando invece a una non meglio definita "vittoria completa" che, anche secondo gli alti ufficiali militari, non solo è irraggiungibile, ma probabilmente porterà alla morte degli ostaggi".
Nella petizione si avverte che la guerra israeliana "sta causando danni enormi ai civili di Gaza, fame e distruzione senza precedenti delle infrastrutture".
"Porta a molte vittime israeliane, a danni mentali per centinaia di migliaia di persone, a enormi danni economici e a un grave deterioramento dello stato di diritto in Israele e nei territori occupati", è stato aggiunto.
"Impedisce anche la stabilizzazione della situazione nel nord del Paese e il ritorno delle popolazioni sfollate", si legge nella petizione.
"Inoltre, danneggia gravemente la posizione internazionale di Israele, porta all'isolamento internazionale, a implicazioni legali, a boicottaggi culturali e accademici e a danni a lungo termine in molti altri aspetti. Inoltre, mina gravemente la capacità di Israele di adempiere al suo dovere supremo di restituire gli ostaggi", concludono gli accedemici nella loro lettera.
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