"Li stiamo aiutando attivamente". Borrell sui media considerati agenti stranieri in Russia
Le autorità dell'Unione Europea (UE) sostengono attivamente i media riconosciuti come agenti stranieri in Russia, perché Bruxelles è convinta che questi media "dicano la verità". A rilasciare queste incredibili dichiarazioni è il capo della politica estera dell'UE Josep Borrell.
Parole ancora più incredibili perché arrivano da quello stesso organismo, la UE, che praticamente ogni giorno utilizza lo spauracchio delle disinformazione russa, in particolare quando si tratta di demonizzare argomenti ritenuti ‘scomodi’ per la UE stessa o il cosiddetto Occidente collettivo.
"Li stiamo aiutando attivamente, siamo al fianco dei media indipendenti russi, dei difensori dei diritti umani e della società civile", ha dichiarato Borrell, intervenendo a una conferenza sulla ‘lotta alla disinformazione’.
Il capo della diplomazia europea ha sottolineato che le sue parole non sono "solo retoriche". Borrell ha poi affermato di non poter rivelare i dettagli, ma ha esortato a credere sulla parola che l'UE sta dando il suo sostegno ai media riconosciuti come agenti stranieri in Russia "in modo pratico".
"Non posso dire esattamente come, perché farei un torto a loro", ha spiegato Borrell.
In Russia, i media russi o stranieri riconosciuti come agenti stranieri, così come i singoli giornalisti o blogger, sono obbligati a pubblicare i loro materiali con un'adeguata marcatura per evitare di violare la Legge sui mezzi di comunicazione di massa, evidenzia il quotidiano Izvestia.
Il 19 gennaio il governo russo ha approvato un regolamento sul controllo statale delle attività degli agenti stranieri. Contiene sezioni sulle disposizioni generali, sull'attuazione del controllo statale, sulle misure di risposta legale e sul ricorso contro le decisioni. In totale, il documento comprende 58 clausole.
Il 23 novembre 2022, la Duma di Stato ha approvato in seconda lettura gli emendamenti che prevedono il divieto per gli agenti stranieri di tenere comizi, prestare servizio negli organi del Ministero degli Affari Interni e una serie di altre restrizioni.