Luciano Vasapollo - L'Unione Europea è la malattia. L'Alba euromediterranea la cura

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Luciano Vasapollo - L'Unione Europea è la malattia. L'Alba euromediterranea la cura

Dal Faro di Roma

 

In questi ultimi mesi la difficoltà dell’Europa ad approvvigionarsi dei vaccini, unica via per uscire dalla crisi del Covid, sta mettendo in luce tutti i limiti dell’attuale adesione dell’Italia all’Unione Europea e all’area Euro, che nemmeno le promesse provvidenze del Recovery Plan possono ricompensare. FarodiRoma, nel pieno rispetto delle opinioni dei propri lettori, ospita con piena convinzione la proposta di un’ALBA Euro-Afro-Mediterránea che più volte il nostro autorevole amico, professor Luciano Vasapollo, ha illustrato nei suoi interventi sul nostro giornale, che scaturisce peraltro dall’esperienza nata nella sua collaborazione con i due grandi leader dell’ALBA Latinoamericana, Fidel Castro e Hugo Chavez. Questa proposta ha trovato nei giorni scorsi anche l’adesione di un articolista come Francesco Amodeo che l’ha rilanciata sul suo blog, dimenticando tuttavia di citarne la fonte. Il che non si può passare sotto silenzio perchè la proposta di Vasapollo ha fatto schierare in mezzo mondo movimenti sociali, forze politiche sindacali accademiche, dell’informazione altra e perfino governi, e non citare Vasapollo significa volutamente ignorare cosa c’è dietro questo percorso politico culturale. Proposta lanciata da Vasapollo già circa 15 anni fa con il libro manifesto “Pigs il risveglio dei maiali”, che ha avuto più edizioni in sette lingue, cui sono seguite centinaia di iniziative che hanno creato piattaforme come Eurostop in Spagna , Grecia, Francia e in italia con il ruolo centrale del sindacato USB, del Cestes, della Rete dei comunisti. Infine rilanciata con il nuovo libro del 2019 : PIGS la vendetta dei maiali (Ediz . Efesto) in varie edizioni.

Le nuove strutture sociopolitiche e organizzative che si propongono come un’alternativa rispetto all’attuale sistema imperialista, continuano i processi di transizione socialista e le battaglie in un sistema anticapitalista e antimperialista. È quindi fondamentale, per l’affermazione di una nuova zona, di una nuova ALBA euro-afro-mediterranea, dare corso a una nuova moneta e a una politica orientata a favore dei lavoratori, cioè avere uno spazio produttivo in cui stabilire una nuova visione del lavoro basata sui principi della pianificazione economica, nella direzione di uno sviluppo sociale collettivo solidale e di un benessere qualitativo per l’intera popolazione della nuova zona monetaria ALIAS (Zona Franca de Intercambio Alternativo Solidario).

In questo modo, Portogallo, Italia, Grecia e Spagna (PIIGS con l’incorporazione dell’Irlanda) vedrebbero aumentare le prenotazioni per i loro servizi turistici e residenziali come per i servizi generali alle imprese, in seguito a un processo di deindustrializzazione più o meno accelerato. In effetti è impossibile trovare una via d’uscita dalla crisi che non danneggi i lavoratori senza cambiare le regole dell’attuale sistema monetario e finanziario.

Non è solo un problema legato alla questione monetaria. L’idea di uscire dall’Unione economica e monetaria (UEM) dell’UE e tornare alle valute nazionali del passato non può nemmeno essere vista come un’alternativa per i paesi della periferia mediterranea europea, data l’estrema debolezza di una possibile valuta rispetto al capitale finanziario globale. Tale moneta non consentirebbe un’efficace regolazione del ciclo strutturale e del tasso di cambio in questi paesi. Per tutti questi motivi, l’alternativa monetaria e finanziaria deve essere parte di una proposta di integrazione economica e sociale totalmente diversa da quella perseguita dall’Unione economica e monetaria e dal mercato unico. Se i paesi della periferia europea desiderano riprendere il controllo dell’attività produttiva, ciò può essere ottenuto solo congiuntamente e attraverso un processo di rottura con il modello di finanziamento privato e l’attuale spazio monetario asimmetrico.

L’uscita dall’euro dovrebbe avvenire in maniera concertata, soprattutto tra i paesi della periferia mediterranea, con quattro momenti strettamente correlati, senza i quali questo processo potrebbe essere un disastro per tutti. Tuttavia, tutti questi elementi devono essere applicati contemporaneamente per evitare la sottocapitalizzazione dell’intera regione periferica e per controllare adeguatamente le risorse disponibili per gli investimenti.

I quattro momenti sono:

a. La determinazione di una nuova moneta comune (potremmo ad esempio chiamare questa moneta “LIBERTÀ”, cioè una moneta liberata dalle restrizioni monetarie imposte nella costruzione dell’euro) per l’Europa mediterranea.

b. La rideterminazione del debito nella nuova valuta della zona periferica (ad esempio, questa zona potrebbe essere chiamata ALIAS, Free Area of ??Alternative Solidarity Exchange) relativa al tasso di cambio ufficiale (o ALBA euro-afro-mediterranea).

c. La negazione e la cancellazione di almeno una parte sostanziale del debito, a partire da banche e finanziarie, e l’imposizione di una rinegoziazione dello stesso debito residuo.

d. La nazionalizzazione delle banche e la rigida regolamentazione (compreso il divieto momentaneo) del rilascio di capitali dall’area stessa. La nuova moneta comune “LIBERA” (“free” in italiano) o SUCRE Mediterráneo potrebbe essere negoziata sia all’interno che all’esterno dell’Unione Europea, il che consentirebbe una gestione più ordinata della transizione produttiva, senza dover gestire allo stesso tempo il guasto . del mercato unico e quello dei flussi finanziari.

Crediamo che nell’area del Mediterraneo stia emergendo una nuova alleanza di lavoro tra Nord e Sud. Pertanto, è necessario costruire una nuova correlazione di forze che si basi su una rottura con le strutture politiche e finanziarie che hanno generato il caos totale; un gioco di internazionalismo di classe che dialoga con i proletari del sud del mondo che possono trovare nel PIIGS, e in generale nei paesi dell’area mediterranea, l’esempio di un percorso capace di giocare le carte per la vittoria di un altro mondo produttivo dei lavoratori.

Luciano Vasapollo

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